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La gelosia – Recensione

“La gelosia” di Philippe Garrel, un viaggio nella memoria di una famiglia di cineasti

(La Jalousie) Regia: Philippe Garrel – Cast: Louis Garrel, Anna Mouglalis, Emanuela Ponzano, Arthur Igual – Genere: Drammatico, b/n, 77 minuti – Produzione: Francia, 2013 – Distribuzione: Movies Inspired – Data di uscita: 26 giugno 2014.

la-gelosia“La gelosia”, presentato al Festival di Venezia nel 2013 e accolto in modo molto controverso dalla critica, è il tipo di film che o si ama o si odia, come capita spesso per il cinema d’oltralpe.

Complessità e semplicità, paradossalmente, sono le parole chiave di questo lavoro, rigorosamente in bianco e nero, girato in pellicola, come non succede quasi più; e non è un caso perché è diretto da un cineasta che è stato discepolo di Godard e Truffault.

Con “La gelosia”, il regista Philippe Garrel, figlio dell’attore Maurice e padre a sua volta della star in ascesa Louis, mette in scena tutta la sua vita e in particolare il suo tormento adolescenziale vissuto quando il padre lasciò la madre per un’altra donna, problematica affrontata già da giovanissimo, quando girò nel 1965 il cortometraggio “Droit de visite”, di cui era protagonista lo stesso padre attore.

Dopo tanti anni, il gioco delle parti diventa più complesso. Il giovane e tenebroso Louis, figlio del regista, interpreta il padre a trent’anni, diventando il motore di tutta la vicenda amorosa nello stesso momento in cui tradisce per primo. Con lui, c’è la figlia Charlotte di otto anni, divisa tra la madre abbandonata e il padre innamorato perso di Claudia, la nuova compagna. La prima parte, dal titolo “Accudito dagli angeli”, ha i colori dell’amore romantico e leggero. Claudia e Louis attraversano una Parigi quasi senza tempo e si amano nel loro piccolissimo appartamento e la figlia di lui entra a far parte del loro microcosmo. Ma nella successiva parte, dal titolo “Fuoco alle polveri”, tutte le tensioni esplodono per culminare nella tragedia finale, da uno stile quasi drammatico.

Non è solo una storia di gelosia, come dice il titolo, è tutta una ricerca del tempo perduto, tra le quinte di un teatro e il camerino di Louis, dove piomba, come se fosse quasi una visione onirica, l’amante del padre amato e perduto.

La presenza di Maurice Garrel, morto nel 2011 e diretto da Philippe per l’ultima volta in “Un ètè brulant” l’anno prima, aleggia su tutti loro. Al suo posto appaiono molto efficacemente due grandi vecchi, mentori di Claudia e Louis, interpretati da Robert Bazil e Jean Pommier. Che piaccia o no, “La gelosia” è il manifesto di un cinema in estinzione, nel suo rigoroso ed elegante bianco e nero.  Le inquadrature, tutte perfette, portano la firma di Jean-Paul Meurisse. Direttore della fotografia, magnifica, è Willy Kurant, che con Raoul Coutard e La Dèpart hanno fatto la Nouvelle Vague.

Quattro gli autori della sceneggiatura, tra cui Caroline Deruas, compagna del regista. Tutti gli interpreti sono perfetti, dall’ombroso Louis/Louis Garrel, estremamente calibrato alla bella e talentuosa Claudia/Anna Mouglalis. Efficace anche Esther Garrel, sorella di Louis dentro e fuori dal set e figlia del regista. Ottima anche la performance della piccola Olga Milshtein, simpatica e mai melensa. Chiude il quadro, la bellissima colonna sonora di Jean-Louise Aubert, che esalta perfettamente un film fatto con una maestria di altri tempi.

 Ivana Faranda

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