Deludente secondo lungometraggio per Fabrizio Noce, che presenta il suo film in concorso al Festival del Film di Roma 2014
Regia: Claudio Noce – Cast: Emir Kusturica, Ksenia Rappoport, Adriano Giannini, Domenico Diele – Genere: Thriller, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Fandango – Data di uscita: 13 novembre 2014.
“La foresta di ghiaccio” è un film inconcludente, a tratti imbarazzante, col quale Claudio Noce si cimenta per la seconda volta dietro la macchina da presa per un lungometraggio. Dopo un’opera prima di tutto rispetto come “Good morning Aman”, Noce torna sul grande schermo con un film in teoria vincente, ma dagli esiti purtroppo fallimentari.
Lo spunto narrativo è buono, il cast è composto da bravi attori, fra cui non possiamo non segnalare la bella interpretazione del regista Emir Kusturica, eppure quello che, almeno nelle intenzioni, voleva essere un noir si presenta, invece, come un’accozzaglia inconcludente di scene scontate dove, paesaggio a parte, è difficile salvare qualcosa. Ma può una strepitosa cornice salvare un quadro che non c’è?
Usciti dalla sala ci si ricorda solamente del bianco della neve che ammantava gli alberi, copriva le vallate, imbiancava le cime e, quel che è più triste, è difficile capire quale fosse stato il problema. Forse un po’ tutto!
Il racconto manca di mordente, ogni scena lascia intuire quella che viene dopo; anche i momenti iniziali, che vogliono essere una sorta di antefatto su cui costruire l’ordito narrativo e stimolare magari la curiosità dello spettatore, rimandano direttamente allo scontato epilogo finale.
Sembra che il regista abbia avuto paura di osare, non abbia saputo cosa e quando fosse meglio palesare un indizio o raccontare un particolare, optando per scelte banali, ciascuna delle quali riporta a qualcosa che abbiamo già visto altrove, in altre storie, in altro cinema, ma posizionato diversamente.
Noce lavora bene con la macchina da presa, ma non riesce a dare un’anima alla narrazione, realizzando così una pellicola che non decolla mai. Peccato, veramente peccato, perché il talento che Noce ha dimostrato nella sua opera prima difficilmente si perde per strada; ci auguriamo che questa per lui sia solo un’occasione perduta, un piccolo incidente di percorso superato il quale potrà nuovamente esprimersi al meglio.
Maria Grazia Bosu