Eco Del Cinema

La famiglia Bélier – Recensione

Simpatia e commozione: i protagonisti assoluti della pellicola di Eric Lartigau

Regia: Eric Lartigau – Cast: Louane Emera, Karine Viard, François Damiens, Roxane Duran – Genere: commedia, colore, 100 minuti – Produzione: Francia – Distribuzione: Bim Distribuzione – Data di uscita: 26 marzo 2015.

famiglia-belier“La famiglia Bèlier”: un racconto dove ironia e commozione trovano il giusto equilibrio. Scene cariche di comicità e di freschezza catturano i sorrisi degli spettatori. L’ironia percorre il modo di agire di chi semplicemente comunica attraverso un linguaggio che non si avvale dei suoni delle parole. Vissuto come un marchio identitario, il sordomutismo non è per niente un limite per la famiglia di allevatori della provincia francese, tant’è che il padre, Rodolphe, un possente ma allo stesso tempo sensibile e amorevole uomo, decide di candidarsi per diventare il sindaco del paese.

Densa di una commozione che prende sempre più consistenza con lo scorrere della storia è la voce di Paula, figlia più grande; una voce che non è suono ma melodia, non è parlato ma canto che arriva dritto ‘all’anima, la fa volare’, come sostiene il maestro del corso di canto cui la ragazza prende parte solo per il ‘belloccio’ della scuola. Un gioco che si trasforma in opportunità: il concorso di Radio France a Parigi.

I simpatici e frizzanti genitori non provano grande entusiasmo per la scelta della figlia. I valori e l’affetto della famiglia hanno un peso maggiore nei passi di donna che ha iniziato a fare Paula.

Carica di fascino è la scena del saggio finale del corso di canto. Nel duetto tra Paula e il ragazzo che, per altro, ha conquistato il suo cuore, lo schermo regala agli spettatori il punto di vista dei genitori e del fratello: un candido silenzio capace però di cogliere le vibrazioni delle emozioni che pullulano all’interno della sala al magico suono della voce di Paula.

La profonda sensibilità e l’amore del padre trovano spazio e forma in un gesto di dolcezza infinita: Rodolphe poggia la mano tra la gola e il petto della figlia cui ha chiesto di ricantare la canzone che ha incantato gli spettatori dello spettacolo. Un contatto che rivela la volontà di percepire la forza e l’emozione di cui è carica la voce.

Il legame prezioso, forte e saldo che unisce i Bélier prende consistenza nell’abbraccio a seguito dell’esibizione in sede di audizione. Paula ha dato prova non solo del valore del dono che risiede in sé ma di una forza comunicativa che va al di là del suono, che vive in gesti capaci di far arrivare il senso dei concetti delle parole.

Un po’ adolescenziale il modo di trattare i primi amori che catturano sia Paula che il fratellino nonché la sua migliore amica. Ma in fondo di adolescenti si parla.

Dunque, un film capace di regalare 100 minuti di spensieratezza, di allegria ma anche di profonda umanità.

Marianna Cifarelli

Articoli correlati

Condividi