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La banda dei Babbi Natale – Recensione

L’amatissimo trio Aldo, Giovanni e Giacomo in un’avventura natalizia dal divertimento assicurato

Regia: Paolo Genovese – Cast: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Angela Finocchiaro, Giorgio Colangeli, Sara D’Amario, Giovanni Esposito, Silvana Fallisi, Antonia Liskova, Lucia Ocone, Cochi Ponzoni, Massimo Popolizio, Remo Remotti, Mara Maionchi – Genere: Comico, colore, 96 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 17 dicembre 2010.

la-banda-dei-babbi-nataliCon “La banda dei Babbi Natale” Aldo, Giovanni e Giacomo non deludono i propri estimatori, che attendono sempre con grande entusiasmo le loro performance, che siano sul grande schermo, a teatro o in televisione. L’ultima fatica cinematografica, nelle sale a ridosso delle festività natalizie, propone una storia simpatica e divertente.

I ‘Babbi Natale’ in questione sono proprio loro, Aldo, Giovanni e Giacomo, che oramai, anche nella finzione, hanno il vezzo di proporsi coi loro veri nomi. I tre pasticcioni si ritrovano, alla vigilia di Natale, loro malgrado, in un Commissariato di Pubblica Sicurezza, accusati di furto con scasso. Inizia così una girandola di spiegazioni, premesse, parentesi, per dimostrare la loro innocenza al graduato di turno, un’Angela Finocchiaro comprensiva, ma inflessibile, che, ascoltando le deposizioni, mette a nudo le debolezze dei tre malcapitati.

Tra una storia e l’altra, la gang in manette, entrano ed escono dalla cella, offrendo un affresco delle loro scombinate vite, nonché dei loro desideri. Lo spettatore può godersi un racconto unitario, ben costruito, arricchito da gag brillanti e personaggi di contorno sempre all’altezza. La sceneggiatura è fresca e l’amato trio non mostra stanchezza, anzi, sembra possedere una carica nuova. Dopo la quasi delusione de “Il cosmo sul comò”, dove la struttura episodica stimolava la risata veloce, ma si presentava con una frammentarietà narrativa che non coinvolgeva, propongono allo spettatore una ‘macedonia di situazioni’ divertenti, in cui non c’è spazio per la volgarità.

Di questi tempi, in cui i comici propinano un’ilarità becera, colma di nudi e parolacce inutili, Baglio, Storti e Poretti non si piegano al malcostume, riuscendo a far ridere con un garbo ed un’eleganza tutta loro, seminando qua e là spunti di riflessione, nonché un pizzico di politically scorrect che non guasta. Paolo Genovese, che li dirige per la prima volta, ha saputo usare la macchina da presa con virtuosa semplicità, realizzando un girato quasi familiare. Perfetta Silvana Fallisi nel ruolo della fidanzata di Aldo, nessuno meglio della propria moglie avrebbe potuto bistrattarlo a dovere sullo schermo.

Invero i tre comici, nonostante abbiano creato personaggi molto curati per i co-protagonisti, monopolizzano lo schermo con la loro simpatia. A vederli recitare, dopo un po’ ci si dimentica che è finzione, sembra quasi di osservare le loro vite reali, anche perché si cuciono addosso soggetti che hanno sempre qualche caratteristica comune con i loro precedenti ruoli. Viene difficile immaginare Giacomo che sfida dei bambini a un qualsiasi gioco, mentre Giovanni è perfettamente credibile in queste parti, in tutto ciò che è scorretto, come ad esempio maltrattare gli animali, per finta s’intende. Aldo poi è sempre quello svampito, arruffone, forse per questo molto simpatico, rappresenta tutto ciò che abbiamo paura di essere, in un mondo in cui l’efficienza è alla base della vita. Sotto l’Albero c’è un film che consigliamo di scartare con tutta la famiglia, per ridere in serenità.

Maria Grazia Bosu

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