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Jimmy’s Hall – Una storia d’amore e libertà – Recensione

Il ritorno a suon di jazz di Ken Loach per celebrare la vera storia di Jimmy Gralton

(Jimmy’s Hall) Regia: Ken Loach – Cast: Barry Ward, Simone Kirby, Andrew Scott, Jim Norton, Brian F. O’Byrne – Genere: Drammatico, colore, 109 minuti – Produzione: Gran Bretagna, Irlanda, Francia, 2014 – Distribuzione: BIM – Data di uscita: 18 dicembre 2014.

jimmyshall-amoreelibertaNel 1921, il peccato di Jimmy Gralton è stato quello di avere costruito una sala da ballo in un’Irlanda sull’orlo della Guerra civile. La Pearse-Connolly Hall è un locale dove i giovani possono andare per imparare, discutere, sognare… ma soprattutto per ballare e divertirsi. Giorno dopo giorno, il locale diventa sempre più popolare, finché la sua fama di ritrovo di socialisti e liberi pensatori arriva alle orecchie della Chiesa e dei politici, che alla fine costringono Jimmy a fuggire in America e a chiudere la sala da ballo. Dieci anni dopo, nel pieno della Grande Depressione, Jimmy torna a casa per prendersi cura di sua madre, deciso a condurre una vita tranquilla. Con il passare del tempo però, si rende conto della povertà e dell’oppressione culturale che affliggono la sua comunità e decide di riaprire la sala.

Ken Loach, uno dei registi più impegnati del grande schermo e sempre pronto a dar voce alle condizioni di vita della classe operaia, torna al cinema a suon di jazz con la storia vera di Jimmy Gralton, unico irlandese a essere deportato dalla propria terra, colpevole di aver aperto un locale da ballo in cui tutti, senza distinzioni di genere, potessero divertirsi ed esprimere liberamente le proprie idee. Unendo la ricostruzione storica alla passione politica, il regista britannico costruisce un racconto intenso che rende onore alla storia dell’attivista politico, accompagnando le sue vicende con una dose di leggerezza e sentimento capace di conquistare una più vasta fetta di pubblico.

Con “Jimmy’s Hall”, Loach sembra mostrare uno sguardo più ottimista, che mira a rievocare una sinistra più autentica e gioiosa, e a suscitare una sincera coscienza politica ormai difficile da trovare.

Da lodare anche l’interpretazione del protagonista Barry Ward, attore irlandese capace di restituire il necessario carisma e la forza innovatrice del giovane Gralton, e il sapiente lavoro di fotografia che contribuisce a differenziare in maniera molto netta l’unilaterale contrapposizione, su cui tutto il film si regge, tra il freddo e spietato mondo della Chiesa e dei suoi imperativi morali da preservare a qualunque costo, contro il caldo movimento e colore del ceto popolare, animato da un fervore forse fin troppo idealizzato e sentimentalmente patinato.

“Jimmy’s Hall – Una storia d’amore e libertà”, sebbene non si possa ritenere la miglior opera del filmmaker inglese, è una pellicola di cuore realizzata con cura e desiderio di speranza.

Miriam Reale

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