Eco Del Cinema

Il segreto dei suoi occhi – Recensione

Raffinato noir ambientato nell’Argentina anni ’70, basato sui ricordi di un aspirante romanziere

(El Secreto de Sus Ojos) Regia: Juan José Campanella – Cast: Ricardo Darín, Soledad Villamil, Guillermo Francella, José Luis Gioia, Pablo Rago – Genere: Drammatico, colore, 129 minuti – Produzione: Argentina, Spagna, 2009 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 4 giugno 2010.

il-segreto-dei-suoi-occhiUn meritato Premio Oscar! Basta questo per commentare “Il segreto dei suoi occhi” del regista argentino Juan José Campanella, che proprio quest’anno si è portato a casa l’ambita statuetta dell’Academy come Miglior Film Straniero. È servita al regista l’esperienza sugli schermi televisivi con serie di successo come “Law & Order” o “Dr. House”, perché è riuscito a realizzare sicuramente uno dei film più interessanti della stagione cinematografica.

La storia, a tinte noir con accenni al thriller, racconta le vicende di Benjamín Espósito (Ricardo Darín), un ex impiegato del tribunale penale, che, ormai in pensione, decide di scrivere un romanzo… un romanzo su un caso di omicidio avvenuto 25 anni prima, rimasto indelebilmente impresso nella sua mente e nei suoi occhi. Facendo i conti con il suo passato, Benjamín cerca di dare un senso alla sua vita, ormai stanca, noiosa e purtroppo solitaria.

La pellicola si basa sulla memoria, sul passato che assilla un uomo e non è un caso che siano presenti molte fotografie, principali artefici del ricordo. Campanella, esperto, televisivamente parlando, in casi di omicidio, questa volta utilizza questo avvenimento come un lanx satura da condire con dei personaggi che sono scritti magistralmente.

Impeccabile la scelta degli attori, con prove tutte degne dell’ottima regia: sguardi ed espressioni talmente intense da non lasciare indifferenti nemmeno gli spettatori più cinici. Il protagonista si muove immerso nel mondo, fin quando la telecamera non comincia ad indagare la sua intima natura, osservandolo dritto negli occhi, quegli occhi che sono, popolarmente considerati, lo specchio dell’anima.

Il tema principale del racconto è l’ossessione in un universo cupo e torbido, come è quello dell’Argentina degli anni ’70, che circonda i personaggi. Certo è che il perno principale della storia è l’amore puro, con cui devono fare i conti tutti i protagonisti: basti pensare all’amore di Benjamin per la collega Irene, storia nata prima di nascere, ma che continua a tormentarlo. Infine tutta la narrazione è attraversata dalle infinite passioni, che possono essere una donna, il lavoro, il potere, uno sport o semplicemente l’alcol.

Il film è compatto, con una sceneggiatura, giocata sui flashback, sapientemente calibrata, con dialoghi meravigliosi (fate attenzione alla spiegazione sulle varie tipologie di coglioni, degno del miglior Tarantino) rispettando sempre in ogni momento il carattere intrinseco dei personaggi. Per palati raffinati!

Davide Monastra

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