Capolavoro visivo del poliedrico Zack Snyder che si lancia nel campo dell’animazione in 3D
(Legend of the Guardians: The Owls of Ga’Hoole) Regia: Zack Snyder – Cast: Emilie de Ravin, Abbie Cornish, Hugo Weaving, Geoffrey Rush, Helen Mirren – Genere: Animazione, colore, 97 minuti – Produzione: USA, Australia, 2010 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 29 ottobre 2010.
Ha rivisitato con successo l’horror, è passato poi al racconto storico, si è appassionato ai fumetti e adesso ha deciso di lasciare la sua impronta anche sul cartone animato versione 3D. Ovviamente stiamo parlando del regista Zack Snyder che ci regala quello che a buon titolo può essere considerata la pellicola con il miglior effetto tridimensionale realizzato ovvero “Il regno di Ga’hoole: La leggenda dei guardiani”.
Come non apprezzare il piumaggio degli uccelli morbido, sinuoso, sensuale quando si librano in cielo! Soren è un giovane gufo, affascinato dalle storie fantastiche di suo padre sui Guardiani di Ga’ Hoole, un gruppo di mitici guerrieri che ha combattuto una dura battaglia contro i Puri. Ovviamente facile sospettare quale sarà il destino di Soren: cercare i Guardiani per distruggere i Puri e ristabilire la pace.
Si vede l’impronta di Snyder soprattutto nei cruenti combattimenti. Infatti pur trattandosi di un’opera destinata ai bambini, c’è abbondanza di eccessiva violenza e di spettacolarità coreografica nei duelli, un po’ come si è apprezzato in “300”. D’altronde anche i temi trattati non sono dei più semplici: si passa dal nazismo, alla lotta fratricida (Caino vs. Abele è un classico!), l’amor proprio e l’amore per la famiglia, identità di un gruppo, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e tanti altri sottotesti tradizionali, esaminati con raffinatezza stilistica e mai in modo superficiale.
“Il regno di Ga’hoole” dunque pur “scopiazzando” sulla storia, visivamente è eccezionale, pensate un po’ che ogni goccia di pioggia sembra prendere vita ed è talmente perfetta che chiunque vorrebbe immergersi in un vortice turbinoso dell’oceano per dar retta al proprio “ventriglio”.
La sceneggiatura, la narrazione in pratica, ha forse un solo piccolo problema: dura troppo poco! Strano a dirsi, ma per le premesse che Snyder ci regala nel primo lasso di tempo, non corrisponde un adeguato sviluppo dell’azione nella seconda parte, pur riuscendo a salvare tutto nella meravigliosa risoluzione finale. Insomma se vi state chiedendo “È una pellicola per bambini?” Sì, ma per usare un linguaggio televisivo, solo per “Bambini accompagnati”!
Davide Monastra