“Il Re Leone 3D”: quando si supera la perfezione
(The Lion King) Regia: Roger Allers, Rob Minkoff – Cast: Jonathan Taylor Thomas, Matthew Broderick, Michele Kalamera, Moira Kelly, James Earl Jones, Madge Sinclair, Jeremy Irons, Robert Guillaume, Nathan Lane, Ernie Sabella, Rowan Atkinson, Whoopi Goldberg, Cheech Marin, Jim Cummings, George Castiglia, Riccardo Rossi, Perla Liberatori, Laura Boccanera, Vittorio Gassman, Paola Giannetti, Tullio Solenghi, Sergio Fiorentini, Tonino Accolla, Augusto Giardino, Roberto Del Giudice, Rita Savagnone, Marco Guadagno – Genere: Animazione, colore, 88 minuti – Produzione: USA, 1994 – Distribuzione: Walt Disney – Data di uscita: 11 novembre 2011.
Si può migliore qualcosa di già perfetto? A quanto pare sì. È infatti quello che ha fatto la Disney con “Il Re Leone”, strepitosa pellicola d’animazione, grande successo sia di critica che al botteghino. La storia di Simba ha incantato e continua a incantare schiere di grandi e piccini, che ne hanno goduto sul grande schermo o nell’edizione home video (è il film più venduto), e questa rielaborazione digitale, grazie all’uso del 3D dona alle immagini una profondità avvolgente, che coinvolge completamente lo spettatore.
Al primo posto negli Stati Uniti per gli incassi di un film d’animazione disegnato a mano, premiato a suo tempo con l’Oscar per la Migliore Colonna Sonora Originale (di Hans Zimmer) e per la Miglior Canzone Originale (“Can You Feel the Love Tonight” di Elton John), con i Golden Globe nelle stesse categorie, nonché come Best Motion Film Picture – Comedy or Musical, rinasce a nuova vita. Alcune scene, come le corse all’impazzata di branchi di animali, o i voli degli uccelli, già eccezionali nella versione originale, diventano ora perfette.
Il piccolo leoncino Simba lascia il proprio regno nelle mani del tremendo zio Scar, convinto di non essere più degno di farne parte, e cresce con nuovi amici che gli insegnano un nuovo modo di vivere, il cui motto è ‘akuna matata’, cioè senza pensieri, alla giornata. Ma prima o poi Simba dovrà fare i conti con un passato che non si può cancellare.
Fulcro del racconto è anche il rapporto padre – figlio, le aspettative del primo, la paura di deludere le attese del secondo, la perdita di chi si ama. La figura adorabile di Simba è rappresentativa della smania di crescere propria della giovinezza, che porta spesso a commettere grossi errori, ma mostra anche come, pur non potendo tornare indietro col tempo per modificare le nostre azioni, si può costruire uno splendido futuro, con coraggio e determinazione.
Daniele Battistoni