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Il Gatto con gli Stivali – Recensione

Il Gatto con gli Stivali, da spin off a successo garantito

(Puss in Boots) Regia: Chris Miller – Cast: Antonio Banderas, Salma Hayek, Zach Galifianakis, Billy Bob Thornton, Amy Sedaris – Genere: Animazione, colore, 90 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 16 dicembre 2011.

gattoconglistivaliChi pensava che “Il gatto con gli stivali” fosse solo una trovata commerciale di poco spessore, dovrà ricredersi. Lo spin-off di Shrek, dedicato ad uno dei suoi personaggi nato come collaterale, ma diventato un simbolo, è infatti un film animato dalla sceneggiatura divertente, sciolta e veloce, piena di personaggi ben delineati e dalla realizzazione tecnica ineccepibile.

Il film ci racconta la genesi del Gatto con gli Stivali, un orfanello cresciuto in un orfanotrofio, desideroso di una vera famiglia che, per un certo periodo, trova nel compagno Humpty Dumpty. Ma alcuni eventi avversi lo rendono inviso alla sua gente, alla sua famiglia, e alle autorità. Sarà quasi per caso, o forse per magia, che Gatto riuscirà a riscattare la sua immagine, almeno agli occhi dei suoi cari.

Diretto da Chris Miller, prodotto da Jeffrey Katzenberg, il Gatto con gli Stivali vanta un cast di doppiatori nella versione originale capitanata nientemeno che da Antonio Banderas, che già aveva dato la voce al Gatto in Shrek, a cui si aggiungono Salma Hayek, Zach Galifianakis e Billy Bob Thornton.

Nemmeno a dirlo, è proprio il doppiaggio realizzato dall’attore malagueno la vera forza di questo film, anche e soprattutto nella sua versione italiana. Infatti l’attore ha deciso di prestare la sua voce in tutte le versioni del film (inglese, spagnola, italiana e sudamericana, per ora), rendendolo un personaggio unico. Come egli stesso ha dichiarato in conferenza stampa, si è divertito a creare una dicotomia tra le sembianze feline (morbide, sinuose, da micio insomma!) e la voce, una voce grossa, sensuale, possente. In questo modo, Gatto con gli Stivali è allo stesso tempo un personaggio al quale affezionarsi per la sua tenerezza e per le cui gesta provare forte ammirazione.

La storia e l’ambientazione sono una commistione di generi e stili: dalla favola tradizionale (vedi la vicenda dei fagioli magici) alle situazioni da vero e proprio western di genere, passando per un momento che ricorda molto da vicino Gli Aristogatti ma in versione “flamengo”.

Insomma, le risate sono assicurate, l’emozione anche, e se vogliamo c’è anche modo di riflettere e di trovare una piccola morale in un film che, può darsi, potrebbe presto avere anche un sequel.

Dara Ciotti

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