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Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno – Recensione

Forse il meno riuscito della trilogia di Nolan, ma comunque da non perdere per tutti gli amanti del Batman-Bale

Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno Scena Film

(The Dark Knight Rises) Regia: Christopher Nolan – Cast: Christian Bale, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Anne Hathaway, Tom Hardy, Christopher Judge, Adam Rodriguez, Massi Furlan, Rob Brown, Liam Neeson, Marion Cotillard, Juno Temple, Joseph Gordon-Levitt, Matthew Modine, Tom Conti, Joey King, Brett Cullen, Chris Ellis, Josh Stewart, Daniel Sunjata, Diego Klattenhoff, Burn Gorman – Genere: Azione, colore, 164 minuti – Produzione: USA, Gran Bretagna, 2012 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 29 agosto 2012.

Terzo e ultimo capitolo della saga di Batman firmata da Christopher Nolan, che ha regalato al pubblico una versione cupa e intensa dell’uomo-pipistrello, discostandosi notevolmente dalle versioni cinematografiche precedenti incentrate sul personaggio creato da Bob Kane.

Avevamo lasciato Batman-Wayne addossarsi la colpa dell’omicidio di Harvey Dent/Due Facce, per non distruggerne gli ideali di legalità e fermezza di cui si era fatto, seppur ipocritamente, promotore. Lo ritroviamo dopo otto anni, minato nel fisico e nello spirito, oramai recluso in casa, fino a quando sulla città incombe un nuovo pericolo.

Forse questo è il meno riuscito dei film di Nolan, ma non per questo meno godibile. La sceneggiatura appare sfilacciata e priva di originalità, se non nei dieci minuti finali, che pur non facendo dimenticare le tante banalità che infarciscono la pellicola, la riabilitano.

Tecnicamente è tutto invece ineccepibile, il girato IMAX avvolge lo spettatore quanto un 3D, e la fotografia stellare fa il resto, i movimenti della macchina da presa indagano sulle cose e riescono persino a penetrare i personaggi.

A emergere su tutti un Christian Bale in stato di grazia, che ogni volta che si propone sullo schermo conferma le promesse fatte al pubblico ne “L’impero del sole”, dove un lungimirante Spielberg l’aveva scelto, seppur in tenera età, come protagonista assoluto della sua pellicola.

Bale regala a Batman quell’anima che i suoi predecessori col mantello non sono riusciti a dargli, arricchendo la trilogia di Nolan con una notevole carica di umanità e di sofferenza. Veste alla perfezione i panni di un Bruce Wayne invecchiato e disilluso, che nonostante tutto non si tira indietro quando la sua città ha bisogno.

Se Bale è il punto di forza del film, il cattivo di turno è il punto debole, e non ce ne voglia il bravo Tom Hardy, non è la sua interpretazione il problema, il fatto è che un omone che respira come ‘Darth Vader’ e veste come ‘Serpico’ ci sembra sinceramente fuori luogo in una Gotham altamente tecnologica. Per non parlare di scene in cui uomini armati fino ai denti cercano di risolverla a scazzottate: troppo action anni ottanta, più adatto ai “Mercenari” di Stallone che all’eroe di casa D.C.

In un cast ritrovato che fa la sua parte non tutti i nuovi innesti lasciano il segno: Anne Hathaway non convince, per quanto la tutina aderente le doni in particolar modo appare poco credibile come novella Catwoman, e la Cotillard sembra un pesce fuor d’acqua.

Riuscito invece alla grande l’inserimento di Joseph Gordon-Levitt nel ruolo del detective Blake, è così bravo da offuscare in scena i suoi colleghi.

Maria Grazia Bosu

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