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“Il caso Spotlight” – Michael Keaton a Roma

Si è svolta stamattina al cinema Fiamma di Roma una breve conferenza di presentazione di “Il caso Spotlight”. Erano presenti Michael Keaton e Walter Robinson, rispettivamente attore protagonista e autore del libro da cui è tratto il film.

Il caso Spotlight: Michael Keaton e la sua preparazione “facile”

il-caso-spotlight-keaton-robinsonL’incontro con il giornalista e con l’attore per la presentazione di “Il caso Spotlight” è durato meno di una solita conferenza, ma non ha mancato di offrire occasioni di riflessione sulla natura del giornalismo e della recitazione. Interrogato a proposito della sua preparazione per il ruolo, Michael Keaton ha rivelato di essere molto interessato al mestiere del giornalista e di essersi preparato in un modo a suo giudizio molto semplice: seguendo per molto tempo da vicino il reale Walter Robinson.

Keaton ha interpretato il capo della sezione Spotlight del Boston Globe, cercando di copiarne dei piccoli particolari e studiando il suo passato, evitando un’imitazione che sarebbe stata sterile e poco rispettosa nei confronti di Robinson. Altra freccia all’arco dell’attore è stata l’attenzione che ha rivolto ai programmi televisivi di approfondimento giornalistico, ‘eredi’ delle grandi inchieste svolte dai quotidiani.

È proprio il giornalista d’inchiesta – secondo l’attore – il vero eroe di oggi, che con il suo lavoro, purtroppo ostacolato da un’indifferenza sempre maggiore verso i temi di rilevanza sociale, riesce a salvare delle vite, o almeno a modificarle. Questo cambiamento è l’obiettivo che si è posto il team che ha realizzato “Il caso Spotlight”.

L’attore statunitense ha citato il caso di uno spettatore che lo ha avvicinato rivelandogli di essere stato molestato da un prete e di non averne mai parlato a nessuno prima della visione di “Il caso Spotlight”. Il film, secondo il suo protagonista, avrà sicuramente un impatto su qualcuno e gli insegnerà che la solita storia del potente che schiaccia il debole può essere ribaltata grazie alla lotta continua per la giustizia e la verità.

A una domanda maliziosa in cui si chiedeva all’attore di esprimersi sul caso “oscarssowhite”, Keaton ha risposto che la polemica non è da fare sugli Oscar, ma sul sistema in generale. Anche qui, come già successo più volte durante la breve conferenza, il candidato all’Oscar ha ricordato che ciò che importa è fare il proprio lavoro, combattere per i propri diritti e per l’uguaglianza sociale.

Il caso Spotlight: una questione di etica e informazione

Nonostante sia diventato famoso per un caso in cui il vescovo Bernard Francis Law proteggeva dei preti pedofili, il premio Pulitzer Walter Robinson ha sottolineato che l’importanza del suo lavoro non sia stata quella di aver fronteggiato la Chiesa, ma quella di aver fatto assumere a delle persone, qualsiasi fosse la loro carica, la responsabilità delle proprie azioni. Inoltre, dopo aver ammesso di nutrire grandi speranze per l’operato di Papa Francesco, ha notato come finora da parte della Chiesa sia stato fatto poco e nulla nei confronti di preti pedofili.

Interpellato sul destino del giornalismo, Walter Robinson ha sottolineato come il problema di oggi non sia tanto la presenza invadente del web, ma una qualità sempre più scadente delle inchieste, a cui sono riservati di volta in volta meno fondi.

Tutto ciò avviene nonostante le vendite di un giornale aumentino solamente nel caso in cui ci sia un’inchiesta a fare da traino. Secondo Robinson, il giornalismo investigativo statunitense “è attaccato al respiratore automatico” e, solo grazie alla stupidità di molti direttori che preferiscono correre dietro alle notizie piuttosto che analizzarle, non appena l’inchiesta cesserà di esistere, “la Democrazia morirà”.

Sul finire della conferenza, Robinson ha lodato il lavoro svolto da Michael Keaton, sia nel portare il suo personaggio sul grande schermo sia nell’interpretazione che il candidato al premio Oscar aveva fornito nel 1994 in “Cronisti d’assalto”.

Jacopo Angelini

23/01/2016

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