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I Puffi 2 3D – Recensione

Una manciata di Puffi, due Monelli, la famiglia Winslow, uno stregone perfido e un gatto birbante, insieme in una Parigi mozzafiato, danno vita alla magia e al divertimento de “I Puffi 2 3D”

(The Smurfs 2) Regia: Raja Gosnell – Cast: Neil Patrick Harris, Christina Ricci, Brendan Gleeson, Hank Azaria, Anton Yelchin, Christopher Mintz-Plasse, Alan Cumming, Jonathan Winters, J. B. Smoove, Jayma Mays, Brandon T. Jackson, Lil’ Wayne, Katy Perry, Mylène, Dinh-Robic, Alex Martin, Patrick Sabongui, John Oliver, Ruth Chiang, Jacob Tremblay, Vanessa Matsui – Genere: Animazione, colore, 105 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Warner Bros – Data di uscita: 19 settembre 2013.

ipuffi2-locandinaI puffi, il perfido stregone Gargamella, la famiglia Winslow, due nuovi Monelli, un rapimento, un salvataggio e il ritorno a casa sono gli ingredienti principali che Raja Gosnell mescola, nemmeno troppo originalmente, per dare forma al sequel de “I Puffi”.

Eppure in questa storia così apparentemente banale, il regista affronta quasi in sordina e in modo sapiente temi e dubbi che sono propri dell’essere umano e che, in questo film d’animazione, com’è giusto che sia, s’nsinuano sotto una superficie di semplicità e divertimento. La storia del rapimento e del salvataggio di Puffetta e il nuovo incontro con la famiglia Winslow diventano, così, l’appiglio per affrontare dubbi esistenziali che tutti, almeno una volta, ci siamo posti.

Puffetta è in crisi: può davvero essere un Puffo o, in lei che è stata creata dal malefico Gargamella, prevarrà la natura cattiva? E i Monelli, alla fine, sapranno diventare buoni e capire l’amore e l’affetto? Mentre ci chiediamo come andrà a finire la storia, quasi inesorabilmente affiorano le domande: Chi siamo? Da dove veniamo? La nostra provenienza determina la nostra natura o possiamo diventare qualcosa di diverso attraverso le nostre scelte? Sono questi gli interrogativi che Gosnel fa riecheggiare costantemente in una pellicola in cui trova spazio anche una riflessione sulla famiglia.

Puffetta è divisa tra il suo malvagio creatore Gargamella e suo padre d’elezione, Grande Puffo. La sua storia si riflette perfettamente nella vita di Patrick Winslow in bilico tra un padre biologico che lo ha abbandonato e un padre adottivo che, senza chiedere nulla in cambio, lo ha amato immensamente. Non si può, allora, non interrogarsi sul vero significato del termine “famiglia”. Esso indica un vincolo biologico che va rispettato o riguarda, invece, la sfera dei sentimenti in cui l’unico legame reale è rappresentato dall’amore e dall’affetto? L’amore deve essere condizionato o può, invece, diventare incondizionato?

Immancabile, ovviamente, il tema dell’amicizia, quella di cui ogni Puffo e, ancor più, ogni uomo ha bisogno. È proprio sulla necessità di comprensione e amicizia che i Monelli puntano per trasformare Puffetta in una cattivona finendo, alla fine, essi stessi trasformati in qualcosa di migliore. Ed è proprio il senso di solidarietà che spinge nonno Winslow a liberare le sue “amiche” anatre. Fin dove, dunque, il bisogno e il senso di amicizia possono spingere l’uomo…e il Puffo?

Il film sembra sdoppiarsi in due binari che procedono paralleli ma, allo stesso tempo, si compenetrano. Da un lato c’è la divertente storia animata di superficie, rivolta prevalentemente ai piccoli e disseminata, comunque, di buoni consigli, com’è tipico dei Puffi. Dall’altro c’è un invito, più profondo, a riflettere che mira anche al cuore dei più grandi. Insomma, Gosnell pensa a una pellicola per tutti e non solo per un pubblico di piccoli ospiti.

Tutti gli ingredienti sono ben calibrati, leggerezza e riflessione, puro divertimento e momenti di spessore emotivo. D’altro canto, la goffaggine di Gargamella, l’autocompiacimento di Puffo Vanitoso, il tentativo di Brontolone di diventare un Puffo positivo e le peripezie della famiglia Winslow riescono a strappare una risata sincera persino agli adulti.

A questo si aggiunge un’ambientazione straordinaria: la Parigi dei giorni nostri si materializza intorno a noi, grazie a un 3D decisamente ben riuscito. La Tour Eiffel, il teatro Opera, i vicoli, gli hotels, i negozi e il luna park diventano quasi reali mentre il regista, tra luci sfavillanti, colori brillanti, musiche dance e la spassosa canzoncina dei Puffi, ci trascina in voli mozzafiato a bordo di cicogne e in corse sfrenate su carrelli di dolci, attraverso una delle città più belle del mondo.

Se avete voglia di un pomeriggio all’insegna del divertimento radunate figli e nipoti e…puffate al cinema!

Valeria Gaetano

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