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I Fantastici Viaggi di Gulliver – Recensione

Grazie all’irresistibile Jack Black, “I fantastici viaggi di Gulliver” regala alcune sferzate comiche senza pretese di emulazione nei confronti del grande classico al quale si ispira

(Gulliver’s Travels) Regia: Rob Letterman – Cast: Jason Segel, Jack Black, Amanda Peet, Emily Blunt, Catherine Tate – Genere: Commedia, colore, 85 minuti – Produzione: USA, 2010 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: 4 febbraio 2010.

fantastici-viaggi-gulliverDubito che lo scrittore Jonathan Swift che nel 1726 pubblicò il suo romanzo più famoso riuscendo a mescolare la giusta dose di satira e fantasia, si sia immaginato un tipo alla Jack Black per il suo protagonista, il celebre Lemuel Gulliver.

Diversamente dall’estinto artista, il regista Rob Letterman ha pensato proprio all’attore più “scanzonato”, volendo essere gentili, di Hollywood per interpretare l’incarnazione dello pseudonimo dello scrittore, ed è su di lui che incentra tutta la pellicola.

Gulliver è un insicuro addetto del reparto posta di un noto quotidiano della Grande Mela, che cerca una rivalsa personale per apparire meno pavido agli occhi della sua amata, accettando così un incarico per il quale non è preparato. Scaraventato nel Triangolo delle Bermuda, l’uomo si ritroverà nel fantastico mondo di Lilliput, dove tutto è capovolto, e lui è un gigante circondato da piccolissimi simili. Scambiato all’inizio per una colossale bestia, saprà poi farsi voler bene da tutti, se non venisse in seguito tradito dalle sue stesse bugie. Ma il riscatto è dietro l’angolo, e l’eroe per eccellenza trova la sua rivincita nel giusto e nelle buone azioni, trovando tempo anche per una sorta di morale: nei momenti difficili mai perdere la fiducia in se stessi, ma avvalersi delle proprie capacità. Volendo vestire i panni pacifisti, tanto di moda in questi tempi, c’è spazio anche per una simpatica cantata contro la guerra presa in prestito dai “The Jam” con “War”.

La pellicola ha delle sferzate comiche in alcuni frangenti, in cui, senza pretese di emulazione nei confronti della grande critica che lo scrittore fece nei riguardi della società Settecentesca e che furono il punto di forza del romanzo, ci si abbandona all’ilarità del consumismo che ci circonda e quando Gulliver si rende protagonista di determinate famose pellicole e fatti storici del nostro tempo.

Per il resto può essere segnalata la totale inutilità dell’inflazionato formato tridimensionale, adatto, forse, solamente per far divertire i bambini, che saranno la maggior parte del pubblico in sala.

Sonia Serafini

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