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I Cavalieri dello Zodiaco – La leggenda del Grande Tempio – Recensione

I cavalieri di Atena arrivano al cinema in una versione molto più frivola e meno affascinante

(Saint Seiya: Legend of Sanctuary) Regia: Keiichi Sato – Cast: Kaito Ishikawa, Kenji Akabane, Kensho Ono, Nobuhiko Okamoto, Kenji Nojima, Go Inoue, Rikiya Koyama, Shinji Kawada, Mitsuaki Madono, Daisuke Namikawa, Hiroaki Hirata, Mitsuru Miyamoto, Masumi Asano, Takuya Kirimoto – Genere: Animazione, colore, 93 minuti – Produzione: Giappone, 2014 – Distribuzione: Key Films – Data di uscita: 8 gennaio 2015

loc-i-cavalieri-dello-zodiacoQuando si dice “ cavalieri dello zodiaco” ,tutti coloro che sono stati bambini negli anni ‘90 sicuramente sanno di cosa si sta parlando. La saga animata di Pegasus e degli altri cavalieri protettori della dea Atena è infatti stata una delle più apprezzate dai piccoli di quel periodo.

La Toei animation li ripropone oggi sul grande schermo con un film nel quale sembrano essere state condensate tutte le vicende della prima serie televisiva: lo scontro è ancora tra cavalieri di bronzo e cavalieri d’oro, i primi paladini di Atena, i secondi seguaci del Grande sacerdote.
Al di là delle modifiche apportate a livello narrativo, ciò che veramente rende l’approdo al cinema dei cavalieri dello zodiaco quasi farsesco è il restyling apportato ai personaggi tanto dal punto di vista estetico che da quello della personalità.
Quelle che erano le “sacre armature” adesso sembrano piuttosto dei transformers che si impossessano dei cavalieri, Pegasus, già protagonista indiscusso nella serie, lo è anche qui, solo che ora quando non combatte, anziché esprimersi nei lunghi flussi di coscienza di cui era capace nella serie, alterna picchi di sbruffoneria a dimostrazioni di goffaggine.
Sembra che questo nuovo titolo della Toei soffra di un male molto simile a quello dal quale era affetto il precedente “Capitan Harlock”, anch’ esso tratto da una celebre saga animata. Come in quel caso è stato anche qui sacrificato , in favore della spettacolarizzazione dei combattimenti e dell’alleggerimento della trama, il vero spirito dei personaggi e della storia, ovvero ciò che faceva grandi entrambi i titoli; come nel film di Harlock al capitano mancava quell’affascinante spleen che avvolge un uomo che di fronte a un governo cosmico ha bisogno di essere pirata, a questi nuovi cavalieri manca quel patos di chi sente il peso di essere protettore della dea in cui crede.
Claudio Di Paola

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