Eco Del Cinema

I baci mai dati – Recensione

Il tocco leggero e femminile di una donna per presentare un viaggio di formazione in una degradata realtà periferica

Regia: Roberta Torre – Cast: Beppe Fiorello, Donatella Finocchiaro, Piera Degli Esposti, Pino Micol, Carla Marchese – Genere: Drammatico, colore, 80 minuti – Produzione: Italia, 2010 – Distribuzione: Videa – Data di uscita: 29 aprile 2011.

bacimaidati13 anni: si è degli ibridi strani a quest’età. Si è lontani dall’essere adulti, sebbene spesso ci si mascheri tali, e altrettanto dall’essere i piccoli di casa. Non si è diversi da un feto in formazione, inconsapevoli dei cambiamenti fisici e intellettuali che potrebbero confluire presto sulle nostre strade.

La nostra protagonista è proprio uno strano esserino di 13 anni, che si trova a confrontarsi con una realtà, quella periferica catanese ma ancor più quella individuale e familiare, sopra le righe.

Manuela infatti vive sotto i nostri occhi i continui scontri tra i genitori, il loro insensibile modo di recriminarsi delusioni e frustrazioni, la loro inevitabile separazione, il suo essere ai margini di questa famiglia impetuosa, dirompente, focosa.

Ad attirare l’attenzione su di lei, e forse non sarà il cielo a volerlo, sarà un’improbabile apparizione dalla Madonna che la bambina afferma di aver visto. Da quel giorno, Manuela diventa la ragazzina che fa i miracoli, e questo per tutta Catania. Esplode così davanti a lei, per lei, tutto un mondo di afflizioni, di speranze, di paure di persone che non sapendo più letteralmente a che santo votarsi finiscono in processione nel corridoio di casa sua. I clienti-fedeli, generosi nelle loro offerte in denaro e fiori e quant’altro tese a ricompensare il tempo della ragazzina e a guadagnare un miracolo dal cielo, sono ben accolti dall’appariscente madre di Manuela, Rita (interpretata da una divertente Donatella Finocchiaro), che non manca di approfittare della situazione. E Manuela guarda a tutto questo con gli occhi sgranati e increduli della sua età.

Ma alla fine il miracolo avviene davvero, e non solo una giovane senza vista ricomincerà a vedere, ma il bacio verrà dato, l’amore riuscirà finalmente a parlare attraverso gli occhi commossi di Rita che per la prima volta stringerà a sé la figlia.

Una commedia leggera quella di Roberta Torre, che riesce bene a dipingere un pittorico affresco di una zona limite della periferia di Catania, della sua gente, delle sue minuzie e superstizioni. Divertente, forse drammatico per la nostra piccola Italia ingurgitata da paure e credulità, il quadro della carovana infaticabile di persone che al primo riferimento alla Madonna e al miracolo non sanno resistere, e corrono sul posto. Come non ricordare l’episodio della surreale apparizione della Madonna a due bambini ne “La dolce vita” del maestro Fellini, come non rivedere quelle frotte di persone in ginocchio, a pregare senza remore sotto la pioggia. Da allora nulla è cambiato!

Intrigante, poi, il personaggio interpretato da Piera degli Esposti, che per l’occasione vediamo più truccata e mascherata che mai, mentre cerca di ristrutturare, quasi reinventare, bellezze in decadenza nel suo rosso salotto di parrucchiera e cartomante. Questa strana strega dagli occhi magnetici e dal foulard bordeaux, che regala illusioni alle sue clienti con forbici e carte, ricorda un po’ insieme alle sue prorompenti e sgargianti habitué, la favolosa-turbinante-frenetica carrellata delle donne di vita nel loro bordello dipinte da Lina Wertmuller in “Film d’amore e d’anarchia”, pur non riuscendo a riprodurne il medesimo fascino ammaliatore.

Gradevole la pellicola della Torre, e fortunatamente frutto di una ‘penna’ che ha saputo fermarsi, evitando di dilungarsi a raccontare una favola che nei suoi 80 minuti, e non in uno di più, ha detto tutto quello che doveva dire.

Dalila Lensi

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