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Hybris – Recensione

Hybris: un’esperienza filmica di eccellente qualità

  • Regia: Giuseppe Francesco Maione
  • Cast: Claudia Genolini, Guglielmo Scilla, Lorenzo Richelmi, Tommaso Arnaldi
  • Genere: Supernatural- Thriller, colore, 83 minuti
  • Produzione: Mirelatives Pictures Italia 2015
  • Distribuzione: Flavia Entrateinement
  • Data di uscita: 28 maggio 2015

 

hybrisNonostante “Hybris” sia il prodotto dell’entusiasmo e della freschezza delle giovani menti del regista Giuseppe Francesco Maione e del produttore nonché attore Tommaso Arnaldi, l’opera cinematografica propone una qualità degna delle mature esperienze filmiche. Il titolo nel suo significato etimologico ossia “tracotanza” sembra racchiudere e condensare la ragione dell’esperienza che avviluppa i quattro protagonisti. Ciò che li accomuna è l’amico morto, Valerio, e un passato non proprio idilliaco corroborato da desideri perversi, azioni “peccaminose”, rancori, risentimenti e verità tenute nascoste. Elementi con i quali i quattro amici sono costretti a confrontarsi. I pensieri più intimamente rabbiosi e i desideri più nascosti vengono violentemente a galla, macchiando di sangue l’agire dei protagonisti.

L’intera storia ha un’ambientazione tipicamente horror: una vecchia casa abbandonata all’interno di un fitto e macabro bosco. Interessante è proprio la commistione tra la l’impianto horror e la vena emotivo-psicologico in quanto se da una parte vengono ripresi gli aspetti tipici del film di genere, come l’orsacchiotto Bubu chiaro rimando alla bambola assassina, dall’altra ci si allontana dall’horror puro attraverso l’attenzione posta sulle dinamiche relazionali che intercorrono tra i quattro amici, i loro umori e caratteri.

Un artigianato filmico ben amalgamato e riuscito

Eccellente l’interpretazione dei quattro attori in grado di preservare lo spirito e la natura dell’horror evitando la perdita di credibilità come nel caso della scena finale in cui il “quinto occhio”, ossia la presenza che istiga le azioni dei quattro si impossessa e parla attraverso i corpi dei due fratelli.

Interessante la struttura circolare dell’opera cinematografica capace di mantenere viva la tensione per tutta la sua durata.

Dunque, una storia e una costruzione filmica che rende onore alle giovani menti che pur prive di esperienza hanno saputo offrire un prodotto di densa professionalità e qualità.

Marianna Cifarelli

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