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Hercules – La leggenda ha inizio – Recensione

Imbarazzante action movie sulla mitologia, di qualità scarsissima, di cui francamente non sentivamo la mancanza 

(Hercules: The Legend Begins) Regia: Renny Harlin – Cast: Kellan Lutz, Gaia Weiss, Scott Adkins, Roxanne McKee, Liam Garrigan – Genere: Azione, colore, 90 minuti – Produzione: USA, 2014 – Distribuzione: M2 Pictures – Data di uscita: 30 gennaio 2014.

herculesPovera mitologia. Ora, che alle produzioni americane piacessero le storie e le leggende dei Greci e Latini ce ne siamo accorti, da colossal come “Il gladiatore” o “Troy”, passando per “300”.

Ma questa volta non ci siamo proprio. “Hercules – La leggenda ha inizio”, uscirà nelle sale il 30 gennaio, e sinceramente sconsiglio di andarlo a vedere, a meno che non siate ragazze adolescenti in piena crisi ormonale.

La trama narra di Alcmena, moglie del re Anfitrione, che ha un bimbo da Zeus, Hercules, destinato a sovvertire il regime del marito. Alcmena partorisce il bimbo e tiene nascosto il suo destino a tutti, anche a Hercules stesso. 20 anni dopo, la bellissima Ebe, innamorata di Hercules, viene promessa in sposa al fratello Ificle. Ebe e Hercules tentano di scappare insieme, e Anfitrione per punirlo lo manda in guerra, convinto che il ragazzo non sopravviva. E invece, indovinate un po’? Sopravvive e torna a combattere.

Al di là delle varie inesattezze storiche, che farebbero accapponare i capelli di qualsiasi professore, il film è un calderone in cui sono state mischiate (male) tutte le tematiche da film “epico”: abbiamo il ribelle che lotta contro il tiranno, la “travolgente” storia d’amore, il fratello rivale eterno secondo, le lotte acrobatiche in rallenti, la folla che acclama il nome del protagonista (dentro un’arena….Non ci ricorda qualcosa?), le frasi a effetto, e ovviamente, un sacco di addominali scolpiti.

La grafica digitale è imbarazzante, così come numerose scene di “pathos” che, credetemi, fanno veramente ridere. Una fra tutte, quella del concepimento del protagonista, in cui Alcmena si ritrova nel letto circondata da un fortissimo vento…Vi lascio immaginare. Oppure quella in cui il nostro eroe urlando riesce a liberarsi dalle catene e a scagliarle contro i vari nemici. Ripeto, imbarazzante.

Hercules, alias Kellan Lutz, ha un’abbronzatura posticcia improbabile, gonfissimi muscoli (sempre in mostra), e battute veramente scontate, a partire da quelle che riserva alla sua amata. Ma la sceneggiatura è scadente sotto ogni punto di vista, così come la narrazione, le ambientazioni, la regia. Tutto copiato grossolanamente da titoli più famosi e qualitativamente migliori. Lo spettatore di fronte alla pellicola si chiede spesso se sia un film vero o una parodia. Insomma, niente da salvare.

E come se non bastasse, dopo 90 minuti, il finale è incomprensibile, e lascia aperto il dubbio che ci possa essere un seguito….speriamo di no.

Dunque, se vi piacciono gli addominali di Lutz, o se volete ridere tanto andate a vedere questo film.

Un film costato 70 milioni di dollari.

Gioia Abbattista

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