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Grandma – Recensione

  • Regia: Paul Weitz
  • Cast: Lily Tomlin, Julia Garner, Marcia Gay Harden, Judy Greer, Laverne Cox, Sam Elliott, Elizabeth Peña, Nat Wolff, Sarah Burns, John Cho
  • Genere: Commedia
  • Durata: 79 minuti
  • Produzione USA, 2015

“Grandma”: un film semplice sul difficile tema dell’aborto

grandma

Paul Weitz torna dietro alla macchina da presa per trattare un tema non facile come quello dell’aborto. Il regista di “American Pie” e “About a Boy” sceglie per questa pellicola lo stesso registro scanzonato delle due pellicole citate, confezionando un lavoro godibile e divertente, dimenticandoci per un attimo della delicatezza della tematica trattata: l’aborto.

La giovanissima Sage, ha scoperto di essere incinta e, non avendo i soldi per interrompere la gravidanza, va dalla nonna, Elle, una strepitosa Lily Tomlin, che buca letteralmente lo schermo in ogni sequenza, per chiederle il denaro necessario. Ma anche Elle è al verde, perché ha saldato i debiti contratti per pagare le costosissime cure della compagna di una vita, Violet, comunque morta meno di due anni prima.

“Grandma”: pellicola ‘on the road’ che tratta anche l’elaborazione del lutto, il femminismo e l’omossessualità

Inizia così una sorta di viaggio della speranza, alla ricerca dei soldi necessari, che metterà a nudo le due donne, e permetterà loro di comprendersi nel profondo.

Le tappe mostreranno una variegata umanità e, per quanto solo accennate, le diverse posizioni del popolo americano sull’aborto, una chiara accusa ai servizi sociali che lasciano le donne in queste situazioni in balìa delle cliniche private, e l’amore incondizionato di una nonna per la propria nipote.

Una nonna che ha vissuto alla luce del sole, per più di trent’anni, il proprio amore omosessuale, paladina del femminismo, che si ritrova con una nipote che sembra vivere in un’era precedente alla sua.

“Grandma”: il registro brillante oscura a tratti il lato drammatico della vicenda

Weitz scrive dialoghi pungenti e dirige il cast con maestria, il film, tecnicamente ineccepibile, ha il difetto di mostrare una pratica dell’aborto asettica, priva di quel dolore che difficilmente è evitabile in una scelta di questo tipo, la battuta di Elle: “penserai a questo ogni giorno della tua vita”, non può bastare da sola a mostrare la necessaria tensione emotiva.

Rimane poi un po’ forzato che in un unico, seppur delizioso, personaggio, si concentrino lotta femminista, diritto all’aborto, amore omosessuale. “Grandma”, nonostante non fosse questa l’intenzione di Weitz, che probabilmente ambiva a raccontare una storia di affetti, ha assunto i toni di una pellicola politica, rendendone difficile la distribuzione.

La pellicola è stata presentata, in concorso, nella sezione autonoma e parallela Alice nella Città, all’interno di quel grande evento corale che è la Festa del Cinema di Roma, annata 2015.

Maria Grazia Bosu

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