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Gli sfiorati – Recensione

Matteo Rovere torna alla regia dopo il suo film d’esordio “Un gioco da ragazze”, con una pellicola sulla difficoltà di trovare il proprio posto al mondo, ad ogni età

Regia: Matteo Rovere – Cast: Andrea Bosca, Miriam Giovanelli, Claudio Santamaria, Michele Riondino, Asia Argento, Massimo Popolizio, Aitana Sánchez-Gijón – Genere: Drammatico, colore,  111 minuti – Produzione: Italia, 2011 – Distribuzione: Fandango – Data di uscita: 2 marzo 2012.

glisfioratiRovere si ispira per il suo film all’omonimo romanzo di Sandro Veronesi sul quel che rimaneva degli anni ottanta per tentare di dipingere su pellicola il ritratto di una generazione mai giunta a maturazione, frutto del post – sessantotto, in bilico perenne tra il ‘tutto è dovuto’ e il trovare la propria strada.

Sarà il rapporto tra Belinda e Méte, due fratellastri obbligati ad interagire dato l’imminente matrimonio dei loro genitori, lo spunto per raccontare di loro e di tutta l’umanità che gli ruota attorno, in un centro storico romano sul quale spesso la telecamera indaga più che sui protagonisti.

I due devono dividere per alcuni giorni un appartamento di famiglia, e la situazione che si viene a creare non è delle più semplici, la giovanissima Belinda, alias Miriam Giovanelli, passa il suo tempo sul divano, in mutande, suscitando in Metè, che ha il volto di Andrea Bosca, grafologo esperto, innamorato del suo lavoro, attraverso il quale ritiene di leggere nell’animo delle persone, prima imbarazzo e fastidio, poi interesse e attrazione, fino a sfiorare pensieri incestuosi.

Tutt’attorno una generazione di “incompleti”, mai paghi del loro quotidiano, in una società in cui si respira forte il malessere economico, l’incertezza del domani.

Tra le interpretazioni di un cast di giovani e bravi attori spiccano Asia Argento, nel ruolo di una pr nevrotica e sempre all’erta, e Michele Riondino, agente immobiliare, il furbetto del gruppo, sempre pronto a favorire i potenti. Noiosa la figura di Belinda, novella Lolita, che mostra un’immagine trita e ritrita dell’adolescente inquieta.

Nonostante le buone idee ed una regia non male, il film non decolla, proponendo in modo confuso una sorta di “peggio gioventù”, che ha il sapore di una copia sbiadita di un film di Muccino.

Daniele Battistoni

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