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Gambit – Recensione

La commedia di Micheal Hoffman ci fa scoprire un truffaldino Colin Firth, più simpatico che occhialuto. Humor firmato dai fratelli Coen

Regia: Michael Hoffman – Cast: Colin Firth, Cameron Diaz, Stanley Tucci, Alan Rickman, Cloris Leachman, Tom Courtenay, Togo Igawa – Genere: Commedia, colore, 90 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Medusa Film – Data di uscita: 21 febbraio 2013.

gambitEscogitare una truffa ai danni del proprio insopportabile capo è un po’ il sogno di tutti. È la vendetta che molte volte abbiamo immaginato nei confronti di un superiore che distribuisce soprusi in quantità industriale.

In “Gambit” prende forma questo desiderio di rivincita attraverso una piacevole commedia.

La mente di Harry Dean (Colin Firth), curatore di mostre londinese, partorisce un piano per raggirare uno degli uomini più ricchi d’Inghilterra: Lionel Shabandar (Alan Rickman): cercherà di convincerlo ad acquistare un falso dipinto di Monet. L’esca di turno viene dal Texas. È la regina del rodeo P.J. Puznowski (Cameron Diaz).

Proprio dalle scintille prodotte dall’incontro-scontro tra Dean e Puznowski nascono le situazioni più spassose: il plumbeo e pacato cielo londinese viene scosso dal caldo sole texano.

 La strana coppia di complici si guarda, si studia, si interroga, si odia in un rocambolesco avvicendarsi di buffe situazioni che guadagnano il sorriso dello spettatore. Il film scorre con una gradevole alternanza: momenti di grandi ilarità e momenti di classica commedia all’inglese. Il merito va alla sceneggiatura dei fratelli Coen. La pellicola è impreziosita da spolverate del loro genio.

Colin Firth veste bene i panni del comico. Il suo Harry Dean suscita immediatamente umana comprensione. L’attore britannico riesce a rendere al meglio la dicotomia dell’uomo impacciato e anche genio del male. Ci conquista la sua determinazione nel perseguire l’obiettivo malgrado tutto e tutti e malgrado se stesso.

Cameron Diaz è una discreta spalla. Lascia senza fiato (almeno per i polmoni maschili) quando la sorprendiamo in lingerie ma convince anche come partner nella combutta ordita da Harry Dean.

Piccola parte per Stanley Tucci. E come si suol dire “non esistono piccole parti ma solo piccoli attori” e il critico d’arte Martin Zaindenweber, interpretato da Tucci, è tutto da gustare.

Il “Gambit” di Micheal Hoffman (remake dell’omonimo film del 1966 con Michael Caine e Shirley MacLaine) va assaporato come una bibita leggermente frizzante.

Riccardo Muzi

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