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G.I. Joe – La nascita dei Cobra – Recensione

Le origini dei G.I. Joe e della lotta con i loro nemici, i Cobra

(G.I. Joe: The Rise of Cobra) Regia: Stephen Sommers – Cast: Adewale Akinnuoye-Agbaje, Christopher Eccleston, Joseph Gordon-Levitt, Byung Hun Lee, Sienna Miller, Rachel Nichols, Ray Park, Jonathan Pryce, Said Taghmaoui, Channing Tatum, Marlon Wayans e Dennis Quaid – Genere: Azione, colore, 107 minuti – Produzione: USA, 2009 – Distribuzione: Universal – Data di uscita: 11 settembre 2009.

gijoelanascitadeicobra“G.I. Joe – La nascita dei cobra” non è solamente l’ultima trasposizione cinematografica di un fumetto, è soprattutto la trasposizione visiva di un mito pluridecennale del mondo dei giocattoli, che ha fatto sognare numerose generazioni di bambini in tutto il mondo. La Hasbrò, che produce anche i Transformers, lo lanciò sul mercato nel 1964, con la misura di trenta centimetri, ottenendo un successo mai attenuato, che portò negli anni alla creazione di tanti personaggi.

Una svolta determinante nella produzione di questi giocattoli si ebbe nel 1983, quando la riduzione della loro misura a sette centimetri li proiettò con enorme successo nel mondo delle “action figures”, divenendo oggetti da collezione per bambini e adulti. In quegli stessi anni iniziò, in collaborazione con la Marvel, la produzione del fumetto, che sviluppo gli intrecci tra i vari personaggi, fino ad allora ovviamente lasciati alla fantasia dei singoli.

Il film è una sorta di capitolo iniziale dove si presentano i G.I.Joe, ed i loro eterni nemici, i Cobra. Nel suo genere la qualità del film è alta, gli effetti speciali, l’animazione digitale, i modellini sono curatissimi, anche nei particolari meno significativi, rendendo le ambientazioni decisamente credibili. Questa chiassosa lotta tra il Bene ed il Male è ambientata in un vicino futuro prossimo, dove i nostri eroi hanno a disposizione tecnologie avanzatissime per il combattimento, ma non disdegnano neppure i classici inseguimenti per le vie cittadine, fra passanti ovviamente attoniti.

Ogni attore si è calato perfettamente nel personaggio, dando al racconto una fluidità notevole, dove con lo scorrere delle immagini si spiegano anche i legami tra i personaggi, il loro passato. Sommers, noto al grande pubblico per “La mummia”, “La mummia – Il ritorno” e “Van Helsing” dà prova di essere portato per il racconto corale, quasi epico se vogliamo. I buoni sono perfettamente distinti dai cattivi, facilitando l’immedesimazione dello spettatore, cosa che rende la pellicola maggiormente coinvolgente. Essendo comunque la trasposizione di personaggi dei fumetti, viene naturale il paragone con le diverse trasposizioni dei personaggi Marvel, e l’impressione ultima che rimane è quella di un racconto al quale manca comunque un po’ d’anima, quel qualcosa in più che ci fa condividere le pene di Volverine o di Spiderman in maniera più immediata; forse le loro debolezze, che riescono a rendere questi film, pur sempre d’azione, più completi.

Maria Grazia Bosu

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