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Foxfire – Recensione

Un disincantato romanzo di formazione tutto al femminile

Regia: Laurent Cantet – Cast: Raven Adamson, Katie Coseni, Madeleine Bisson, Claire Mazerolle, Rachael Nyhuus – Genere: Drammatico, colore, 143 minuti – Produzione: Francia, 2012 – Distribuzione: Teodora Film – Data di uscita: 29 agosto 2013.

foxfire-locIl talentuoso regista di “La classe” torna dopo quattro anni ad affrontare il mondo adolescenziale, ma lo fa cambiando totalmente ambientazione.

Questa volta Laurent Cantet ci porta nella contraddittoria America degli anni ’50 in cui le donne tutte curve, gonne a pois attillate e labbra rosse non sono altro che uno dei tanti oggetti usa e getta della modernità.

Cinque ragazzine sui tredici anni si ribellano a questa realtà, istituendo un gruppo di donne pronto a combattere i soprusi e le ingiustizie maschili. Ognuna di loro è stata maltrattata dal sesso forte, chi fisicamente, chi psicologicamente, chi da un padre, chi da un professore, chi da un compagno di classe e decidono che non vogliono più subire alcun torto e che, anzi, chi ne ha inflitti deve pagarla. Nascono così le Foxfire, un club delle ragazze a cui si aderisce con un patto di sangue e il cui simbolo è una fiamma che arde e che ognuna delle componenti si tatua sulla schiena.

Inizialmente le cinque si limitano a vendicare i torti subiti, avendo compreso che l’unione fa la forza; ma da lì ad ampliare il gruppo, adottare un’ideologia comunista un po’ confusa e poco strutturata e andare a vivere insieme il passo è breve. Peccato che col passare del tempo le regole diventino estremamente più ferree, gli ideali sempre meno nobili, i reali motivi di nascita del gruppo quasi dimenticati.

È il lato oscuro del sogno americano quello che Laurent Cantet ci mostra in questo suo romanzo di formazione magistralmente interpretato da un gruppo di giovani esordienti che farete fatica a dimenticare.

Una sceneggiatura efficace e uno stile di regia personale ma non invadente che valorizza la spontaneità delle talentuosissime protagoniste sono le chiavi della riuscita di questa pellicola.

Per la prima ora “Firefox” è un vero piacere per gli occhi, un gioiellino dove ogni cosa è al posto giusto; dopodiché la tensione creata scema, le vicende si dilungano un po’ troppo, le scene si fanno a mano a mano meno incisive, si perdono i ritmi.

Ad ogni modo staccarsi dallo schermo è un’impresa e il destino delle Foxfire continua ad attirare lo spettatore come il miele con le api perché Cantet riesce nell’intento di universalizzare la storia delle sue protagoniste. Il riscatto che le Foxfire rincorrono non è altro che quella voglia di felicità, di libertà e di appartenenza tipica dei giovani di qualsiasi epoca.

Il percorso di crescita e di cambiamento di Legs, la leader del gruppo, è il più rappresentativo di quest’avventura buia, controversa e contraddittoria: la giovane inizia a ribellarsi a ragione per difendere dei diritti imprescindibili tanto dell’uomo quanto della donna. Reclama rispetto, giustizia e uguaglianza. Ma vuole ottenerli attraverso una via troppo facile perché possa funzionare a lungo andare: quella della violenza.

Il regista francese lascia però passare un raggio di luce nelle vite inevitabilmente incrinate che ci ha presentato: il futuro della narratrice Maddie, destinata a qualcosa di diverso e di migliore, perché ha capito in tempo dove fermarsi, quali linee oltrepassare e quali invece no. Maddie sarà una donna rispettata dagli altri e non perché ha puntato loro una pistola alla tempia.

Corinna Spirito

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