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Recensione “Foto di famiglia”: un dramedy sul concetto del ricordo

Un affresco di vita, sogni, desideri e delusioni nel film di Ryôta Nakano, dal titolo “Foto di famiglia”, che esplora il tema del legame, del ricordo e della memoria attraverso l’elemento della fotografia, rappresentandola anche come reperto storico.

Indice

“Foto di famiglia” – Tutte le informazioni

Foto di famiglia - locandina

Trama

Masashi Asada è un giovane sui generis, diverso dalla sua famiglia e da tutti coloro che gli sono vicino. La sua ossessione, il suo sogno, il suo unico interesse è quello di diventare un fotografo e per iniziare i suoi primi soggetti sono suo fratello e i suoi genitori. Inaspettatamente Masashi vince un premio, organizza una mostra che ha successo e nel 2011 il suo sogno sembra essere diventato realtà Ma il 2011 è anche l’anno di uno dei terremoti più disastrosi mai registrati in Giappone e nel mondo intero e Masashi si reca sul luogo del disastro, ma questa volta non per scattare fotografie, ma per recuperare album e foto sotto le macerie e restituirle ai legittimi proprietari.

Recensione “Foto di famiglia”: un dramedy sul concetto del ricordo

Crediti

  • Regia: Ryôta Nakano
  • Cast: Kazunari Ninomiya, Jun Fubuki, Yuira Gotô, Mitsuru Hirata, Nobue Iketani, Ryûto Iwata, Yukiya Kitamura, Haru Kuroki, Tsubasa Nakagawa, Maho Nonami, Masaki Suda, Satoshi Tsumabuki, Makiko Watanabe
  • Genere: commedia drammatica
  • Durata: 127 min
  • Produzione: Giappone, 2020
  • Distribuzione: Officine UBU
  • Data d’uscita: 19 ottobre 2023

Recensione

“Foto di famiglia” sospesa tra dramma e commedia

Foto di famiglia

“Foto di famiglia” inizia come una commedia delicata, non del tutto riuscita, ma capace di strappare un sorriso nell’innocente naturalezza e spontaneità che contraddistingue la famiglia Asada. Tra dolcezza e ironia il film cambia improvvisamente registro, caricandosi di dramma, spezzando la storia con la triste vicenda del terremoto del 2011, tra i più catastrofici al mondo e il conseguente tsunami generato dal sisma. Un evento che non viene visto né raccontato nel dettaglio, e che trova nuovamente conforto nell’elemento della fotografia, del ricordo e della memoria. Gli occhi del protagonista passano dall’obiettivo di una camera che cattura i momenti più felici e divertenti delle famiglie a osservare la devastazione e la distruzione di intere città e intere vite.

Il film di Ryôta Nakano è poetico, dolce e romantico, con uno sguardo profondamente sentimentale nella rappresentazione della famiglia e del significato della memoria. I ricordi acquistano con “Foto di famiglia” un valore più ampio rispetto al loro senso più comune. Ciò che suscita una foto, nella mente e nell’interiorità di chi guarda è nostalgia, compassione, tenerezza, dolore, commozione e rimpianto. Al tempo stesso diventa testimonianza, evocazione, reperto, tradizione, immagine e segno della propria esistenza. È infatti questo che il film intende sottolineare: il terremoto del 2011 non lascia spesso altro che delle foto per ricordare persone che non ci sono più. Ecco che la foto non è più l’attimo dello scatto, ma anche quel disegno da preservare e salvaguardare: quel secondo immortalato che non tornerà più.

La crescita personale e professionale di un uomo

L’unico difetto del film sta nel minutaggio, eccessivo per ciò che si vuole raccontare, con un inizio e un finale particolarmente dilatati, che sembrano tardare, rispettivamente, a decollare e a concludersi. Il tema di “Foto di famiglia” era già chiaro in precedenza, il finale appare così ripetitivo di concetti e riflessioni già espresse. La pellicola giapponese che arriva in Italia a distanza di 3 anni fa sorridere e piangere, raccontando un personaggio che nel suo sogno e nella sua professione trova e cerca qualcosa di più di un semplice impiego, come vorrebbe la famiglia. Con una regia attenta, sicura e fortemente realistica e una fotografia tenue e suggestiva, “Foto di famiglia” è la storia di Masashi e della sua crescita attraverso la comprensione di cosa significhi per lui la fotografia, e anche che c’è una realtà diversa da poter immortalare.

Giudizio conclusivo

L’amore, l’arte e l’importanza storica, culturale e personale della fotografia sono il filo che lega le due metà del film, la prima più leggera e simpatica e la seconda più drammatica e riflessiva. “Foto di famiglia” presenta un personaggio definibile sui generis e che può apparire acerbo, sia nei suoi lavori che nel suo essere così distaccato da quella che è la sua vita oltre la propria passione per le foto. Ma poi diventa proprio questo sogno e questo interesse che per anni l’ha allontanato da un’esistenza fatta di sentimenti, rabbie e difficoltà a portarlo inconsapevolmente a riscoprire il vero potere e senso che quelle immagini possono avere. Come l’evento del terremoto, così il prendere delle scelte di vita rendono Masashi finalmente un uomo e non più un bambino, capace e consapevole che ogni anno si possono creare dei nuovi ricordi.

Trailer

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