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Federico degli Spiriti – L’ultimo Fellini – Recensione

A vent’anni dalla sua morte, un piccolo omaggio a Federico Fellini, a cavallo tra il documentario e il racconto intimo degli amici e colleghi di sempre

Regia: Antonello Sarno – Genere: Documentario, colore, 20 minuti – Produzione: Italia, 2013.

felliniProdotto da Medusa Film con la partecipazione di BNL Gruppo BNP Paribas, “Federico degli Spiriti – L’ultimo Fellini” chiaro riferimento alla sua Giulietta, il corto di Antonello Sarno, giornalista cinematografico e regista, è una breve narrazione dei giorni che vanno dal 31 ottobre 1993, data della morte di Federico Fellini, fino all’ultimo saluto dei fan, amici e colleghi nella camera ardente. La sua perdita scosse l’intera nazione perché sancì la fine di una grande epoca di originalità e fervore cinematografico tutto made in Italy.

In questo omaggio al grande regista, vengono mostrati i tre giorni successivi dalla scomparsa: non mancano le immagini del “suo” Teatro 5 a Cinecittà, affollato da oltre 100mila persone incredule, o quelle del funerali che vennero celebrati il 3 novembre, in forma solenne, dal cardinale Achille Silvestrini, nella basilica di Santa Maria degli Angeli di Roma. Tre giorni seguiti dagli obiettivi delle tv di tutto il mondo; A darne testimonianza Ettore Scola, Paolo Villaggio, Vittorio Gassman, Lina Wertmuller e Claudio Amendola e tanti altri personaggi del modo dello spettacolo. Quei tre giorni si trasformarono subito nel primo grande evento mediatico incentrato sulla scomparsa di un uomo che ha dedicato la sua vita al cinema.

Nel documentario si respira un’atmosfera particolare, a tratti “felliniana” dal tipo di coreografia e dalla scenografia dell’intervista. Quel cielo azzurro sempre presente e le scelte delle riprese di vent’anni fa dei due carabinieri con il pennacchio a vegliare sulla sua bara, ricordano, come affermava giustamente Scola, un’atmosfera da Pinocchio, in cui da un momento all’altro qualcuno da quella bara poteva scappare via, mettendosi probabilmente a ridere: “Fellini se avesse potuto l’avrebbe fatto sicuramente“.

Giulia Surace

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