Eco Del Cinema

Farha (2021)

Recensione

Farha: sullo schermo una dolorosa storia vera

farha foto scena

Arriva diretto come un pugno, e come un pugno allo stomaco lascia senza fiato questa intensa, coraggiosa opera prima di Darin J. Sallam, regista giordana che pensiamo farà molto parlare di sé.

Il film è basato su una storia vera, come scritto in una didascalia prima dei titoli di coda, e ha avuto bisogno di tempo per essere portata alla luce e narrata, come spiega la regista nell’inusuale introduzione alla pellicola.

Viviamo assieme alla protagonista Farha, adolescente di un tranquillo villaggio palestinese, gli intensi giorni che passarono tristemente alla storia del suo popolo col nome di ‘al-Nakba’, letteralmente ‘la catastrofe’.

Siamo nella primavera del 1948, gli occupanti inglesi stanno per lasciare per sempre la Palestina, nonostante il Piano di partizione della medesima, approvato qualche mese prima dall’assemblea delle Nazioni Unite, non fosse stato accettato dai paesi arabi. Le pluridecennali tensioni tra Palestinesi ed Ebrei, sempre più presenti nel territorio, erano sfociate nella ‘Grande rivolta araba del 1936-1939’, che aveva come duplice obiettivo la cacciata degli occupanti britannici e, soprattutto, l’avversione al sempre più crescente movimento sionista, che mirava ad instaurare in Palestina uno stato ebraico. Una volta salpate le navi inglesi, lo scontro tra le due fazioni riprese violentemente, gli ebrei cominciarono quello che i loro storici chiamano ‘trasferimento’ dei palestinesi fuori dai loro villaggi, dai loro territori, dal loro mondo; come detto lo stesso avvenimento, visto dall’altra parte, viene ricordato come ‘la catastrofe’.

Un conflitto non ancora risolto visto attraverso gli occhi innocenti di una ragazzina

La narrazione viene divisa in tre parti, all’inizio ci viene presentato il mondo in cui vive la protagonista, un mondo non facile per una ragazza araba di quattordici anni, un’età in cui in famiglia si comincia a pensare già al matrimonio. Farha invece ha altre idee, vuole lasciare il villaggio, dove pure vive felice con un padre che la ama, e trasferirsi in città per studiare. La ragazza è già proiettata nel futuro, sembra precedere le sue coetanee europee di vent’anni, con la sola differenza che per le ragazze arabe, purtroppo, il ’68 non è ancora arrivato. La seconda parte, volutamente claustrofobica, si svolge al buio e al chiuso di uno stanzino, dove il padre l’ha portsta per tenerla al riparo dagli eventi; da uno spiraglio nella pesante porta di legno Farha assiste all’Orrore, alla fine del suo mondo e delle sue illusioni.

Eccellente la prova della giovane attrice Karam Taher, nei panni della protagonista, e di Ashraf Barhom, in quelli del padre. Ricordiamo con simpatia la presenza di Ali Suliman, zio progressista della ragazza, già visto nella serie di Jack Ryan.

“Farha” è un film politico, scomodo di questi tempi: la protagonista assurge a simbolo della terra che l’ha generata, la Palestina stessa, che pur passando attraverso il buio della violenza, dell’oppressione, del disinteresse internazionale, può e deve sperare di uscire dall’oscurità e tornare finalmente alla luce tra le nazioni libere.

Daniele Battistoni

Trama

  • Regia: Darin J. Sallam
  • Cast: Karam Taher, Ashraf Barhom, Ali Suliman, Tala Gammoh, Sameera Asir, Majd Eid, Firas Taybeh, Samuel Kaczorowski, Sultan Alkhail, Batoul Ibrahim
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 92 minuti
  • Produzione: Giordania, Svezia, Arabia Saudita, 2021

Farha Manifesto L’opera prima di Darin J. Sallam, “Farha”, è un episodio doloroso realmente accaduto, che catapulta lo spettatore nell’orrore del conflitto israeliano-palestinese. Una coproduzione arabo-svedese che restituisce visibilità alla cruda esperienza di una giovanissima palestinese.

Farha: la trama

Siamo nel 1948, Farha è una ragazzina di quattordici anni che vive in un piccolo villaggio palestinese assieme al padre. Le tradizioni locali vorrebbero che le ragazze della sua età fossero già sposate o almeno fidanzate, e che solo i ragazzi possono andare a scuola, mentre Farha vorrebbe studiare in città insieme alla sua amica Farida. Quando Farha sembra aver coronato il suo sogno, avendo convinto suo padre a mandarla in città, la violenza irrompe nel villaggio. Farha e Farida vengono brutalmente separate. Il padre di Farha, per proteggere la figlia, la rinchiude in un’angusta e buia cantina, con la promessa di tornare presto. La ragazza, rinchiusa in questo stanzino, guarda il mondo esterno attraverso delle fessure, assistendo ad orrori che cambieranno per sempre la sua vita.

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