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Fame – Saranno famosi – Recensione

Una sorta di remake sulla famosa scuola d’arte School of Performing Arts di New York, tra canti, balli e amori, per un risultato poco convincente

Regia: Kevin Tancharoen – Cast: Naturi Naughton, Anna Maria Perez de Tagle, Kelsey Grammer, Kay Panabaker, Megan Mullally, Bebe Neuwirth, Charles S. Dutton, Debbie Allen, Kherington Payne – Genere: Commedia, musical, colore, 120 minuti – Produzione: USA, 2009 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 9 ottobre 2009.

fame-saranno-famosiRiprendendo la sceneggiatura originale, scritta nel 1980 da Cristopher Gore, il regista Kevin Tancharoen torna nella più famosa scuola di New York, la School of Performing Arts in cui ballerini, cantanti, attori e artisti di talento hanno l’opportunità di dar vita ai propri sogni e ottenere un successo reale e duraturo, quello che nasce dal talento, dall’impegno e dal duro lavoro.

Così come lo era stato in passato, anche oggi i nuovi protagonisti del film sono seguiti nel corso dei quattro anni accademici, alle prese con successi e delusioni. La carriera nel mondo dello spettacolo non è così semplice da raggiungere e una volta tanto un film mette in luce la dura realtà.

Come un vero e proprio remake, il film riprende molti elementi della pellicola originale arricchendola di musica nuova e di nuove coreografie sorprendenti. Il cast è del tutto nuovo ad eccezione di Debbie Allen, alias la ex professoressa di danza contemporanea Lydia Grant, che in questo caso veste il ruolo della preside della scuola Angela Simms. I principali studenti sono invece interpretati da novellini, con alle spalle poche altre esperienze nel mondo del cinema o della tv.

Come per il primo film, anche questo lascia un po’ di perplessità per quanto riguarda lo sviluppo delle storie dei protagonisti. Le vicende sembrano rimanere molto in superficie e non si approfondisce nessun personaggio in particolare né dal punto di vista degli studenti né degli insegnanti.

La pellicola sembra una sorta di medley dei momenti più interessanti vissuti dai protagonisti nei quattro anni all’interno dell’accademia, senza però sviluppare un vero e proprio filo conduttore. Un altro elemento a sfavore della pellicola è sicuramente il doppiaggio: la voce di Karima per la cantante-pianista Denise non è del tutto appropriata. Il film è comunque una ricostruzione abbastanza fedele ma in ogni caso attualizzato per il pubblico di oggi.

 Silvia Caputi

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