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Ezio Gribaudo. La bellezza ci salverà

É visibile solamente in streaming, il documentario di Alberto Bader “Ezio Gribaudo. La bellezza ci salverà” per il Torino Film Festival 2020 nella sezione Fuori Concorso. Il lavoro di Bader si concentra su un personaggio che ha attraversato un secolo e che è arrivato a novanta anni più vitale che mai.

Ezio Gribaudo. La bellezza ci salverà: un omaggio a un grande artista torinese

Ezio Gribaudo. La bellezza ci salverà

Ezio è il protagonista indiscusso di “Ezio Gribaudo. La bellezza ci salverà”, un gioiellino che meriterebbe un passaggio in televisione per la sua lucidità e per il messaggio che manda. In tempi duri come questi, abbiamo quanto mai bisogno di speranza e di bellezza. La stessa, che lui ha trasmesso sia nelle sue opere sia nei libri che ha editato sui grandi nomi dell’arte contemporanea. Ci sono tutti: Bacon, Chagall, Picasso, Duchamp, Moore, Burri, Fontana, solo per citarne alcuni. Nato sotto il fascismo Ezio Gribaudo riceve nel 1938, dal padre per Natale, una scatola di colori, rarissimi per l’epoca. E l’inizio di una lunghissima carriera come pittore/incisore, editore e veicolatore dell’arte in tutto il mondo.

La testimonianza in prima persona di un grande vecchio

L’artista nel suo studio pieno di opere sue e di altri grandi che ha conosciuto parla in prima persona nel documentario “Ezio Gribaudo. La bellezza ci salverà”. L’uomo racconta di Bacon, un uomo difficile, di Fontana, senza dimenticare Picasso che lui ha conosciuto giovanissimo. Sullo schermo passano le sue foto da giovane con gli occhialini e l’aria simpatica. Ezio ha viaggiato ovunque, in anni in cui era un privilegio per pochi.

Gribaudo ricorda la sua prima volta a New York, dove ha incontrato Harry N. Abrams nel 1967, che lo lanciò nell’editoria internazionale. Del resto, lui aveva inaugurato in Italia in una piccola tipografia la casa editrice dei Fratelli Pozzo. Quello che passa, anche attraverso la testimonianza di Vittorio Sgarbi che appare nel documentario, è l’assoluto non egocentrismo di Ezio che voleva far conoscere la grande arte di tutti e non solo la sua.

Ezio Gribaudo: uno stile inconfondibile nei suoi logogrifi e Gerolessici

“Il mondo si salva attraverso la bellezza, bisogna cercare il bello e io sono stato fortunato. Ho conosciuto i protagonisti del XX secolo. Questi personaggi mi hanno segnato la vita”, racconta Gribaudo, che si autodefinisce “pittore che pitta” e che ha disegnato e dipinto “chilometri di quaderni”.

I suoi logogrifi ottenuti utilizzando la tecnica del rilievo su carta buvard gli valsero nel 1966 il premio alla Biennale di Venezia. E sono con i Metallogrifi contenitori multiformi ed eccentrici i suoi capolavori. Il tutto con un uso quasi esclusivo del bianco, che come detto da lui stesso racchiude tutti i colori.

“Ezio Gribaudo. La bellezza ci salverà”  si chiude con la decorazione di un prototipo di vettura futuristica di Giugiaro con un’opera dal maestro con un dinosauro: il top della modernità. Una vita fantastica quella di Gribauro che arriva tutta nel lavoro di Bader, che porta al Torino Film Festival 2020 un film carico di bellezza e speranza.

Ivana Faranda

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