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Eterno ritorno – Recensione

Un provino infinito quello che gira Kira Muratova in “Eterno ritorno”, manifesto della ricchezza della semplicità

(Veènoe Vozvrašèenie) Regia: Kira Muratova – Cast: Oleg Tabakov, Alla Demidova, Renata Litvinova, Sergey Makovetsky, Georgy Deliev – Genere: Drammatico, colore, 114 minuti – Produzione: Ucraina, 2012.

eterno-ritornoUn uomo fa visita ad una donna, sua ex compagna di scuola che non vede da circa dieci anni, e le chiede consiglio sulla sua situazione sentimentale: è innamorato di due donne, sua moglie e la sua amante, e non sa come comportarsi. Insieme i due discutono sulle possibilità tra cui poter scegliere in un susseguirsi di divertenti sketch.

Questo in breve ciò che accade nei dieci minuti circa della scena che si ripete ininterrottamente per 100 dei 114 minuti di “Eterno Ritorno”, ogni volta con protagonista una coppia diversa di attori, ognuna delle quali attribuisce nuovo significato a quelle stesse parole ed azioni.

Chiaro è l’intento da parte della regista Kira Muratova di esaltare l’essenzialità del cinema e di accusare invece quel tipo di film vuoti, senza significato, una volta spogliati di tutti gli effetti speciali, le costose scenografie, i montaggi straordinari, le colonne sonore da urlo.

La centralità del cinema, secondo Muratova, deve sempre essere un copione ed un attore che lo interpreti, tutto il resto è un contorno più o meno gradevole. Ed è proprio secondo questa convinzione che la regista raggruppa un buon numero di attori di indiscutibile talento e li lascia esprimere davanti alla telecamera, senza che nient’altro possa distrarre dalle loro performance, nemmeno il colore, che viene prontamente eliminato.

L’invocazione di un ritorno alle origini e alla semplicità, già simboleggiato in “The Artist” dal bianco e nero, è forte, risoluto, ma allo stesso tempo piacevolmente ironico e divertente.

Peccato che la pellicola in generale non sia altrettanto godibile: per quanto ogni coppia di attori sia una realtà a sé stante ed offra uno spettacolo indipendente e di qualità, lo spettatore stenta ad arrivare a fine visione. L’idea di fondo di “Eterno ritorno” è sicuramente valida ed originale, ma protrarre la visione della stessa scena per quasi due ore risulta essere controproducente perché lo spettatore si stanca e si annoia, rischiando di perdere il senso di questa scelta artistica.

Un cast di prima scelta per un’immensa dichiarazione d’amore al cinema che, con mezz’ora in meno, sarebbe riuscita ancor di più e avrebbe colpito più animi.

Corinna Spirito

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