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Entre Nòs – Recensione

“Entre Nòs” un inno alle illusioni della giovinezza

Regia: Paulo e Pedro Morelli – Cast: Caio Blat, Carolina Dieckmann, Maria Ribeiro, Paulo Vilhena, Martha Nowill, Julio Andrade, Lee Taylor. Genere: Drammatico – Brasile, 2013.

entrenos“Entre Nòs” codiretto da Paulo Morelli e dal figlio Pedro, in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, è un mix molto ben riuscito di generi che vanno dal dramma alla commedia. Un gruppo di ragazzi appassionati di letteratura sotterra una lettera, da aprire dopo dieci anni. Poi la vita irrompe con la sua drammaticità, infrangendo i loro sogni. Quando apriranno quelle lettere, la loro innocenza sparirà per sempre.

Non è un caso che un padre e suo figlio dirigano questo film. È il passaggio dalla giovinezza all’età adulta che si racconta usando l’escamotage della letteratura. E proprio quella, scatenerà i conflitti, rimasti sepolti per un decennio, insieme ai sentimenti sopiti. Ci sono tutti i caratteri umani nel gruppo, dai due creativi amici per la pelle Felipe e Rafa, al romantico sconfitto dalla vita Gus, per finire con la sensibile Silvana.

La chiave di lettura scelta è leggera nella prima parte, breve a dire il vero come la giovinezza. Mentre, l’amarezza subentra dopo. Dei sei protagonisti, uno sparisce subito, ma solo con il corpo. È lì con loro dieci anni dopo con le sue parole e con l’immagine dell’ultimo sorso di cachaca bevuto prima di andare via. Del resto si dice che “chi muore giovane è caro agli dei”.

Girato in una casa di campagna splendida, dove la realtà non arriva e tutto è ammorbidito, è il trionfo della saudade. Tra le tante citazioni colte del gruppo, manca solo quella di Proust, della “ricerca del tempo perduto”, che non tornerà mai più. Il film dei Morelli è carico di poesia e malinconia al tempo stesso. Gli sguardi persi dei personaggi, quando si rincontrano, arrivano dritti al cuore dello spettatore. Alla trasgressione e ai sorrisi subentra il rimpianto e il rancore.

Girato con maestria e sensibilità, “Entre nòs” ricorda “Il grande freddo” di Lawrence Kasdan e “Fandango” di Kevin Reynolds con un giovanissimo Kevin Costner con una bottiglia di Don Perignon al posto delle lettere. Ottimo il cast, dalla fragile Silvana/Maria Ribeiro al tenero Gus/Paulo Vihena. Una citazione a parte va fatta per Caio Blat/Felipe sopravvissuto, suo malgrado, alla scomparsa dell’amico Lee Taylor/Rafa. Con “Entre Nòs”, il Brasile conferma la sua vocazione autoriale, esplosa con “City of God”, prodotto non a caso dalla O2 Filmes che produce anche questo film in concorso a Roma.

Ivana Faranda

Entre Nòs – Recensione

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