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Elizabeth – The Golden Age – Recensione

Film storico e biografico interpretata dalla bella e brava Cate Blanchett

Regia: Shekhar Kapur – Cast: Cate Blanchett, Geoffrey Rush, Clive Owen, Rhys Ifans, Jordi Mollà, Abbie Cornish, Samantha Morton – Genere: Drammatico, colore, 114 minuti – Produzione: Gran Bretagna, Francia, 2007 – Distribuzione: Universal Pictures – Data uscita: 26 ottobre 2007.

elizabeth-the-golden-agePagare il biglietto per un film con Cate Blanchett non è mai uno spreco. Primo perché l’attrice australiana diventa sempre più bella, carismatica e brava, poi perché una star della sua portata non si presterebbe mai e poi mai a operazioni scadenti. Infatti tutt’altro che scadente è “Elizabeth-The golden age”, sequel del fortunato film di nove anni fa su Elisabetta I d’Inghilterra, la “Regina vergine” il cui lungo regno (1558-1603) è considerato il fondamento dell’odierna nazione inglese.

Nel primo, riuscitissimo episodio del ‘98, sempre a firma del regista pakistano Shekhar Kapur, una ragazza decideva di rinunciare alla giovinezza e all’amore per salire al trono e ‘sposare’ la politica in nome della patria e del popolo inglese.

In “The golden Age”, la regina è ormai una donna che deve difendere l’Inghilterra protestante dalla ultra-cattolica Spagna di Filippo II – la superpotenza continentale che domina i mari con la sua ‘invincibile armata’ – e creare un’unica chiesa per un paese in cui i sudditi cattolici non mancano.

Spodestarla e consegnare la corona d’Inghilterra a Mary la cattolica, Regina di Scozia, è l’obiettivo di Filippo, interpretato da un fantastico Jordi Mollà che veste a pennello i panni del fervente cattolico arso dal fuoco della fede, dal corpo tisico e malaticcio e le occhiaie perennemente scavate.

Dal canto suo Elizabeth conta sull’aiuto del consigliere Sir Francis Walsingham (Geoffrey Rush) e del corsaro tenebroso Walter Raleigh (Clive Owen). L’imminente conflitto bellico non è che lo sfondo, in primo piano c’è sempre il dissidio esistenziale di Elizabeth, simboleggiato fin troppo semplicisticamente proprio da Walsingham e Raleigh: ascoltare il richiamo del politico calcolatore e quasi disumano o quello del seducente navigatore sempre alla scoperta di mondi nuovi e inesplorati? La risposta è tanto prevedibile quanto inattuabile: la Regina deve soffocare la passione per il bene comune, la salvezza dell’Inghilterra. È in questo che “Elizabeth – The Golden Age”, nonostante i suoi pregi, lascia assai a desiderare: il dramma della regina vergine e la sua soluzione sono gli stessi della prima pellicola.

In realtà, un sequel andrebbe girato per ampliare un discorso, raccontare un pezzo di storia che è bene conoscere. Qui, invece, cambia solo il ‘bello’ di turno. Nonostante la perfezione dei costumi, delle scenografie e dei tanti dettagli degni di un prodotto di ottima qualità, era lecito attendersi qualcosa in più.

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