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East is East – Recensione

Oriente vs Occidente: come sfatare l’inconciliabilità di due culture con ironia e leggerezza

Regia: Damien O’Donnell – Cast: Om Puri, Linda Bassett, Jordan Routledge, Archie Panjabi, Jimi Mistry – Genere: Commedia, colore, 96 minuti – Produzione: Gran Bretagna, 1999 – Data di uscita: 5 novembre 1999.

eastiseastÈ grazie a questa pellicola, purtroppo poco conosciuta ed apprezzata, che l’esordiente regista Damien O’Donnel è riuscito a superare le frontiere del mercato cinematografico britannico, riscuotendo un’entusiasta accoglienza al 52° Festival di Cannes (1999).

La commedia, sfruttando abilmente le potenzialità dello humour inglese, affronta in modo divertente ed originale, la difficile questione dell’integrazione razziale, giocando sul contrasto generazionale per decostruire lo stereotipo dell’inconciliabilità della cultura orientale con la società europea.

Ambientato nella cittadina inglese di Salford, nel Lancashire, agli inizi degli anni Settanta, tra ragazzi con i capelli lunghi e pantaloni a zampa d’elefante, il film segue le vicende della famiglia Khan. George (Om Puri), un tradizionalista ed orgoglioso padre pakistano, sposato con Emma (Linda Bassett), una donna in pieno stile british, e gestore di un tipico negozietto “fish & chips”, non accetta il desiderio dei sette figli di essere semplicemente ciò che essi riconoscono come la propria identità, indipendentemente dalla cultura e tradizione di appartenenza, pretendendo di pilotarne la vita alla maniera “paki”.

Alle imposizioni del capofamiglia, che gli hanno procurato il calzante soprannome di Gengis Khan, i figli risponderanno con la ribellione, declinata appunto nell’adesione alla liberalità della cultura britannica, colorata di tinte “rock” ed “hippie”. Il fanatismo tuttavia è proposto su un duplice binario, lasciando intravedere l’altra sua faccia su quei manifesti del politico fascista Enoch Powell che vorrebbero “rispedire” gli immigrati a casa loro.

Ma la forza del film consiste proprio nell’affrontare l’argomento spinoso dell’integrazione con un tono leggero, senza banalizzare né addolcire le questioni trattate, lasciando affiorare tra gli aspetti da commedia riflessioni assai più serie.

Un ritmo incalzante ed una progressione di scene ironiche e battute divertenti sono gli ingredienti di questa storia, garantiti dalla sceneggiatura scritta da Ayub Khan-Din (autore del testo già portato con successo a teatro nel 1997). Assolutamente riuscita anche l’interpretazione del grande attore indiano Om Puri, che sembra essersi specializzato in questo genere di ruoli, basti ricordare che in “Mio figlio il fanatico” aveva indossato i panni del padre perfettamente integrato nell’Inghilterra contemporanea alle prese con un ragazzo integralista; e molto più che una spalla, la spettacolare Linda Bassett, è capace di fare della moglie, combattiva ma profondamente innamorata e rispettosa, un personaggio profondo e multisfaccettato.

Una compagnia d’attori frizzanti ed un’ottima colonna sonora, regalano dunque uno spirito ironico e delicato, capace di suggerire allo spettatore le contraddizioni e le assurdità che caratterizzano il conflitto tra Oriente e Occidente.

Francesca Rinaldi

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