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…E fuori nevica! – Recensione

La storia di una famiglia formato tre

Regia: Vincenzo Salemme – Cast: Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Giorgio Panariello, Maurizio Casagrande, Paola Quattrini, Margareth Madè – Genere: Commedia, colore, 94 minuti – Produzione: Italia, 2014 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 16 ottobre 2014.

efuorinevicaÈ sicuramente una commedia “…E fuori nevica!”  di Vincenzo Salemme, ma allo stesso tempo, e con una leggerezza che si può attribuire solo a lui, il regista porta sullo schermo degli argomenti piuttosto duri da digerire. Novantaquattro minuti di film tutti da ridere. Salemme e il suo cast riescono a stupire il pubblico a ogni battuta.

L’unica ragione che induce Enzo (Vincenzo Salemme) a tornare a Napoli dai suoi due fratelli è il solo bene di valore che la mamma, morta da poco, ha lasciato ai suoi figli: la casa. Ma la situazione non è tra le più rosee: Stefano (Carlo Buccirosso) ha perso il lavoro, e Cico (Nando Paone) vive in una realtà tutta sua; soffre di un disturbo mentale per cui, senza soluzione di continuità interpreta tutti i personaggi che osserva nella vita reale.

Ogni scena appare al limite del surreale, ed è un’occasione di scontri e equivoci che hanno in sé un’estrema comicità, anche se la situazione dei tre fratelli non è comica affatto: senza soldi, costretti a vivere insieme, per volere testamentario della madre, e indotti ogni notte a festeggiare il finto compleanno di Cico, con una torta al purè, che è l’unico cibo che mangia, facendo il trenino per tornare a letto, oppure a fingere di fare la pizza come se la loro cucina fosse un ristorante, con la pressione costante del fruttivendolo del chiosco sotto casa che mira, col suo avvocato (Maurizio Casagrande), a comprare l’appartamento.

Elemento che sdrammatizza tutti i guai in corso di Enzo, che già dalle prime scene si sente impaziente di fuggire lontano dalla sua famiglia, è il personaggio interpretato da Margareth Madè, catalizzatore delle sue attenzioni e grazie alla quale viene raccontata l’unica vera storia d’amore del film. Questo perché, anche di Stefano vediamo lo snodarsi di una relazione, ma l’oggetto del desiderio non appare, finché non si scopre che è una squillo di professione. Vicenda che tira fuori un’altra serie di gag esilaranti e mai scontate.

La storia è orchestrata come i vecchi canovacci teatrali, un botta e risposta continuo che non lascia spazio nemmeno a uno sbadiglio, ed è retta interamente dalla bravura degli attori, che sembra recitino all’unisono, ché guardarli è un piacere.

Il film ha una buona chiusa, un lieto fine che appaga totalmente lo spettatore, ma anche capace di farlo riflettere su valori come il senso della famiglia l’unione che inevitabilmente fa la forza.

Paola Rulli

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