Eco Del Cinema

Decameron Pie – Recensione

Un mix tra il “Decamerone” di Boccaccio e l’irriverente “American Pie” adatto ad un pubblico adolescente

(Virgin Territory) Regia: David Leland – Cast: Hayden Christensen, Mischa Barton, Tim Roth, Craig Parkinson, Rosalind Halstead, Kate Groombridge, Christopher Egan, Ryan Cartwright, Matthew Rhys, Rupert Friend, Anna Galiena, Silvia Colloca, Elisabetta Canalis, Chiara Gensini, Katy Louise Saunders – Genere: Drammatico, colore, 97 minuti – Produzione: USA, Italia, Gran Bretagna, Lussemburgo, 2007 – Distribuzione: Eagle Pictures – Data di uscita: 05 Settembre 2008.

decameron-pieNella moda sono tornati gli anni Ottanta… a quanto pare, sono tornati anche al cinema. Chi ricorda di essere stato svezzato ai misteri del sesso da film come “Laguna blu” o “Paradise” non potrà che avere un deja-vu guardando questo film! Indubbiamente non si tratta della lettura cinematografica di pasoliniana memoria: il Decameron di Leland prende da Boccaccio solamente la “scusa” di base per narrare una trama di sesso soft e avventure amorose per teenager.

Nel XIV secolo Firenze è la città dei piaceri: una città d’arte e cultura dove gli abitanti si godono la vita. Improvvisamente, viene devastata dalla “Peste Nera”. Lorenzo de Lamberti (Hayden Christensen), giovane avventuriero, preso di mira dal perfido Gerbino (Tim Roth), decide di scappare e trova rifugio in un convento dove diventa giardiniere. Pampinea Anastagi (Mischa Barton), figlia unica di una famiglia ricca e rispettata, si ritrova di colpo orfana a causa della peste.

Gerbino che vorrebbe mettere le mani su di lei e sui suoi soldi, minaccia di confiscarle la casa se non accetta di sposarlo. Ma Pampinea è già stata promessa in sposa a un conte russo che sta arrivando a Firenze, così propone ai suoi amici di fuggire dalla città e partire per la tenuta estiva dove potranno fare da testimoni al matrimonio con il conte. Giungerà proprio al convento dove, celata dalle vesti di suora, bacerà Lorenzo, innamorandosi di lui.

Non è a caso che il titolo italiano di questo “Virgin Territory” richiami “American Pie”: di fatto, la sceneggiatura ricalca quelle dei più noti film ambientati nei campus, semplicemente spostando indietro le lancette del tempo. Rispetto a “Casanova”, quantomeno, le battute sono migliori, e ci sono momenti di reale ilarità.

Regia senza infamia e senza lode, colonna sonora un po’ staccata dall’atmosfera, come ne “Il destino di un cavaliere”, doppiaggio accettabile. Un film estivo, che le adolescenti non mancheranno di adorare, non fosse altro per la presenza di Hayden Christensen.

Claudia Resta

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