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Daybreakers – L’ultimo vampiro – Recensione

Ennesimo esemplare del filone cinematografico sui vampiri, ricco di stereotipi e in grado di creare tensione solo tramite prevedibili espedienti

Regia: Michael Spierig, Peter Spierig – Cast: Ethan Hawke, Willem Dafoe, Sam Neill, Isabel Lucas, Vince Colosimo, Jay Laga’Aia, Claudia Karvan, Christopher Kirby, Michael Dorman, Mungo McKay, Emma Randall, Paul Sonkkila – Genere: Fantascienza, Horror, colore, 98 minuti – Produzione: Australia, USA 2009 – Distribuzione: Mediafilm – Data di uscita: 26 marzo 2010.

daybreakers-lultimo-vampiroI vampire movies e la corrispondente moda vampiresca continuano ad imperversare sul grande schermo. Questa volta, “Daybreakers – L’ultimo vampiro” ci catapulta nel vicino futuro dell’anno 2019. Un mondo popolato da vampiri, ex-umani, che vivono e lavorano di notte, che fanno la fila da Starbucks non per mangiare un hamburger, ma fiale di sangue umano, loro nutrimento primario.

E gli uomini? Sono in via di estinzione, ridotti al 5% della popolazione. A combattere per loro il vampiro/scienziato, vegetariano di turno, Edward Dalton, alla ricerca di un sangue artificiale, che possa sostituire quello umano, o di una cura che metta fine alla malattia che negli ultimi anni ha trasformato la maggior parte del mondo in “Dracula”.

Poche parole e tanta azione, tra cui numerosi inseguimenti, resi attraverso effetti speciali e immagini in digitale, perfette e nitide grazie all’uso del Genesis System. Ma ciò non basta a fare di un film, un buon film. Sebbene la trama paradossale sia propria del genere fantascientifico, non si può restare indifferenti ai prevedibili espedienti utilizzati per suscitare suspance ed interesse.

Non mancano: paletti da conficcare nel cuore, pipistrelli che spiccano il volo all’improvviso, sangue che schizza dappertutto, mostri che sbucano dall’oscurità e, dulcis in fundo, la potenziale storia d’amore, ormai divenuta clichè, tra il vampiro e l’umana. Così il thriller futurista dei fratelli Spierig, al loro secondo lavoro, può far sussultare per pochi secondi o spingere gli spettatori, quelli più sensibili al sangue, a coprirsi momentaneamente gli occhi, lasciando tuttavia, come sensazione finale, un’inevitabile delusione.

A sollevarne le sorti un cast ben selezionato tra i volti più rinomati: il protagonista è Ethan Hawke (“Zanna Bianca”, “Gattaca – La porta dell’universo”) nei panni dell’affascinante vampiro scienziato che vuole salvare il genere umano, alla Will Smith; mentre a Sam Neill, eroe di “Jurassik Park”, questa volta spetta il ruolo di cattivo, presidente corrotto della società che sfrutta gli umani per il loro sangue. Al contrario Willem Dafoe abbandona i panni dell’antagonista del primo “Spider Man” per dare caratura al suo personaggio, a tratti epico, giocando a fare il Robin Hood della situazione con arco e frecce.

Per quanto riguarda la storia in sé, a volte per sorprendere si inventa in maniera deleteria, allontanandosi da quello che tutti conoscono e che forse ci si aspetta venga mantenuto. In questo caso la cura trovata per salvare il genere umano dai vampiri è inaspettata per quanto illogica ed assurda… forse, a restarne contenti, giusto gli appassionati del genere.

Elisa Cuozzo

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