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Damsels in Distress – Ragazze allo sbando – Recensione

Uno spaccato ironico e contemporaneamente romantico della nostra società, tutto a passo di danza

Regia: Whit Stillman – Cast: Megalyn Echikunwoke, Greta Gerwig, Adam Brody, Analeigh Tipton, Carrie MacLemore – Genere: Commedia, colore, 100 min. – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: mercoledì 1 Agosto 2012.

damselsindistressDefinire “Damsels in Distress – Ragazze allo sbando” una commedia romantica, sarebbe davvero riduttivo. Whit Stillman ha utilizzato una delicata ironia nel dipingere la società odierna, non tralasciando una coinvolgente atmosfera romantica e d’altri tempi.

Il film racconta la storia di una giovane studentessa, Lily, che, appena giunta al college di Seven Oaks, viene avvicinata da tre ragazze, che vogliono aiutarla ad avere una vita felice, professando l’igiene personale e delicati profumi. Attratta dalla gentilezza delle ragazze, in particolare dall’altruismo di Violet, Lily si lascia coinvolgere in quella che rappresenta la loro missione: aiutare i mediocri ed i depressi con intenzioni suicide, offrendo loro caffè e ciambelle.

Nel frattempo la vita del college va avanti tra storie d’amore, tradimenti, litigi e rappacificazioni, il tutto a passo di danza.

Lo spaccato che viene offerto da Stillman vede cliché e luoghi comuni nascosti in una finta profondità, voglia di affermazione di sé celata dietro la voglia di aiutare gli altri. La vita di Seven Oaks è quasi surreale, ma coinvolge a tal punto da apparire normale, così come accade a Lily, inizialmente molto distaccata e razionale, poi pienamente coinvolta dai modi di vedere il mondo e di viverlo di Violet e le sue amiche.

Una regia caratterizzata da un ritmo lento, non noioso, ma che porta la storia in un’atmosfera quasi di sogno, con stacchi tra un’inquadratura e l’altra molto delicati e primi piani che scrutano la psiche contorta eppure così semplice dei personaggi. Anche le finte soggettive, non troppo frequenti, ma presenti, aiutano a captare i pensieri dei protagonisti, senza però mai riuscire a coglierne l’essenza.

Il sonoro è accompagnato da didascalie che divide il film in capitoli, quasi fosse un libro, per guidare lo spettatore nel labirinto delle concezioni dei diversi personaggi. La musica, dolce e romantica, ricorda i classici del cinema americano, di cui vengono ripresi diversi tratti, non ultimo l’accenno alla danza come compagna di vita e medicina di tutti i mali.

Una divertente visione di ciò che è la moderna società, guardata dai protagonisti con una sorta di stoico distacco che, attraverso cliché e frasi fatte, va contro tutti i pregiudizi che caratterizzano il vivere odierno.

Maria Chiara Nappa

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