Eco Del Cinema

Cloro- Recensione

La forza comunicativa del silenzio

Regia: Lamberto Sanfelice – Cast: Sara Serraiocco, Anatol Sassi, Ivan Franek, Piera Degli Esposti, Giorgio Colangeli, Andrea Vergoni – Genere: drammatico, colore 98 minuti – Produzione: Italia, 2015 – Distribuzione: Goodfilms – Data di uscita: 12 marzo 2015.

cloroIl suono del fruscio delle onde del mare di Ostia, misto a quello dei gabbiani, seguito dal silenzio candido delle montagne dell’appennino abruzzese condensano l’intero senso della pellicola firmata da Lamberto Sanfelice.

Il dramma di un’adolescente che, a soli 17 anni si trova catapultata all’interno delle responsabilità, attenzioni e preoccupazioni del mondo adulto, viene espresso attraverso una rappresentazione ovattata; come se la neve fosse caduta anche sulla sua storia, smussandone gli angoli più spigolosi. Ad aumentare questa sensazione contribuisce il silenzio della montagna nella quale si trovano, da un giorno all’altro, a vivere Jenny – Sara Serraioccio – con il fratellino Fabrizio e il padre Alfio, caduto in una profonda depressione a seguito della morte della moglie e della perdita di casa e lavoro. Il modo di raccontare di Sanfelice non tende a calcare la mano su rabbia, disperazione, sconforto e difficoltà, lascia piuttosto parlare le immagini, gli sguardi e le azioni dei personaggi. Si ha quasi l’impressione di spiarli dalla serratura della porta.

Gli occhi di Jenny nelle scene finali portano il segno di un’esperienza che le ha cambiato prospettive, griglie valutative e pensieri. Il peso di una crescita repentina incide sul suo sogno: diventare una campionessa di nuoto sincronizzato.

Interessante è come l’importanza che tale sogno ha per Jenny venga veicolato attraverso il suono delle immagini che la ritraggono nella piscina dell’hotel dove lavora. Piscina che rappresenta una boccata di ossigeno, la possibilità di continuare a coltivare una passione, un nido d’amore dove abbandonarsi a una relazione in bilico tra convenienza e sentimento. L’odore del cloro si riempie di tali connotati e sensazioni. Il cloro rappresenta l’ampolla da cui guardare il proprio passato, vivere il proprio presente e pensare al proprio futuro. Un film carico di emozioni, pensieri, aspettative, sentimenti, speranze e nuove scoperte.

Dunque al di là della storia che, come tante altre porta il peso di un dramma, ciò che appare originale è lo spazio lasciato alla forza comunicativa del silenzio, del paesaggio, degli sguardi e delle immagini.

Marianna Cifarelli

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