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Clip – Recensione

La regista serba Maja Miloš porta sullo schermo “Clip”, un’opera prima cruda in grado di sconvolgere lo spettatore tramite immagini esplicite e forti

(Klip) Regia: Maja Miloš – Cast: Isidora Simijonovic, Vukasin Jasnic,    Sanja Mikitisin, Jovo Maksic, Monja Savic, Katarina Pesic, Sonja Janicic, Jovana Stojiljkovic, Vladimir Gvojic – Genere: Drammatico, colore, 102 minuti – Produzione: Serbia, 2012 – Distribuzione: il Kino – Data di uscita: 13 dicembre 2013.

clipLa pornografia, la droga e lo sballo a tutti i costi, dramma delle generazioni perdute di oggi, sono protagonisti ultimamente di una riflessione artistica complessa, che trova spazio soprattutto al cinema. Il problema riguarda i ragazzi di tutto il mondo, ma è più spesso l’America a mostrare con occhio critico i modelli di comportamento immorali e trasgressivi offerti ai giovani, in patria ma anche all’estero. Per la prima volta viene dato un esempio di questa dinamica malata all’interno di una società poco frequentata dal cinema, come quella serba, grazie all’opera prima di Maja Miloš “Clip”.

La pellicola della giovane regista racconta un mondo di dissoluzione adolescenziale doloroso e crudo tramite lo sguardo di Jasna, una sedicenne sbandata, con una famiglia distratta in cui il padre è affetto da una malattia incurabile. La ragazza è arrabbiata con la vita e annega il dolore frequentando un gruppo di amici che passano le loro giornate tra festini a base di sesso, droga e alcol. Anche l’amore verso un ragazzo più grande, Djordje, non riuscirà a salvarla, ma la sospingerà in un vortice di umiliazione e sottomissione sessuale.

Maja Miloš sceglie di adottare in tutto e per tutto il punto di vista delle nuove generazioni, rappresentandone l’ossessione per i cellulari, considerati alla stregua di un prolungamento del proprio corpo e di un filtro nell’approccio alla realtà. Jasna riprende ogni cosa, ogni volto, ma soprattutto si rifugia nella possibilità di girare con il proprio smartphone video semipornografici che riescano a farla accettare dalla comunità e da Djordje. La protagonista perde ogni dignità e per questo suscita una profonda tristezza nello spettatore che, più che condannare la ragazza, prova indignazione verso una contemporaneità malata che suggerisce delle vie d’uscita al dolore distruttive per l’individuo.

Una Belgrado grigia e squallida fa da sfondo alla vita di questo gruppo di adolescenti che, nonostante la loro età, conoscono a memoria il sesso, anche estremo, e le droghe. La regista cala la storia di Jasna nel contesto della propria terra, ma sembra non voler lanciare un’accusa specifica perché ciò che si vede sullo schermo appartiene alle generazioni di tutto il mondo, sia quelle immerse nelle comodità occidentali, sia quelle in cui tali modelli, importati da tempo, contrastano con una realtà di povertà e degrado.

Lo stile appare a tratti documentaristico per la sua veridicità. Metà della pellicola è girata proprio con il cellulare della protagonista, che ci introduce soprattutto alle scene di sesso molto esplicite, realizzate in modo da ammiccare chiaramente alla pornografia. Non viene risparmiato nulla allo spettatore, che potrebbe essere disturbato dalla visione di alcune immagini; il sesso tra Jasna e Djordje è triste e umiliante, perciò la scelta della regista di essere così cruda non va fatta risalire al tentativo furbo di molti altri di voler essere morbosi, per far leva sui più bassi istinti del pubblico, ma alla volontà di mostrare un aspetto malato della sessualità giovanile che deriva da modelli di comportamento sbagliati.

“Clip” colpisce come un pugno allo stomaco e proprio per questo risulta convincente, una volta assorbito il colpo, perché centra l’obiettivo di scuotere il perbenismo imperante. Maja Miloš, in modo inconsapevole, si rivolge alla Serbia, così come all’America o all’Italia stessa, nel tentativo di risollevare le coscienze dal torpore.

Irene Armaro

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