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Chocó – Recensione

Primo lungometraggio del colombiano Jhonny Hendrix Hinestroza per racconta il disagio che affligge i suoi luoghi natii

Regia: Jhonny Hendrix Hinestroza – Cast: Esteban Copete, Karent Hinestroza, Sebastián Mosqueira, Daniela Mosquera, Fabio Restrepo – Genere: Drammatico, colore, 80 minuti – Produzione: Colombia, 2012 – Distribuzione: Cineclub Internazionale – Data di uscita: 6 marzo 2014.

choco-locdefChocó è uno dei trentadue dipartimenti di cui si compone la Colombia, uno tra i più poveri; le persone vivono principalmente in baracche e sopravvivono con i pochi soldi che guadagnano con il lavoro in miniera. Il regista Jhonny Hendrix Hinestroza è originario di questi luoghi e attraverso la storia della protagonista, una donna ventisettenne che si chiama Chocó come il dipartimento in cui vive, vuole raccontare innanzitutto la situazione della sua gente denunciando il disagio nel quale si trova.

Questa donna affronta quotidianamente una vita molto difficile; senza mai un soldo e con un marito alcolizzato che non lavora, sperperando al gioco i piccoli guadagni ottenuti da lei in miniera e, perdipiù, picchiandola spesso. Tutto ciò con due figli piccoli da tirare su in una capanna di legno in riva al fiume.

Chocó è una donna molto coraggiosa, che trova sempre la forza per sorreggere il peso della vita e alla fine anche per rialzare la testa. Un personaggio eroico, quasi un moderno mito, con il quale il regista sembra voler chiedere salvezza per la sua gente. Una vicenda individuale, che parla di solitudine di fronte alle asperità dell’esistenza ma, al tempo stesso, attraverso le canzoni e gli strumenti popolari, come canale privilegiato per l’espressione emotiva dei personaggi (Chocó per prima), parla anche di un’identità culturale, strozzata dalla povertà e dallo sfruttamento, che merita di essere liberata.

Il primo lungometraggio di Hinestroza è quindi soprattutto un film di denuncia, nonostante l’inevitabile attaccamento alla vicenda della protagonista. Per comprendere l’effettiva velleità che ha guidato il regista nella realizzazione di questa pellicola bisognerà, dunque, allargare la visuale e comprendere che mentre si sta guardando a Chocó come singola donna, si sta guardando in realtà tutto l’omonimo dipartimento e il disagio dal quale è affetto.

Claudio Di Paola

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