Eco Del Cinema

Chimères absentes – Recensione

Un cortometraggio molto attuale, che fornisce una visione distorta dell’accettazione della diversità in Italia

Regia: Fanny Ardant – Cast: Fanny Ardant, Francesco Montanari, Paolo Triestino – Genere: Cortometraggio, colore, 12 minuti – Produzione: Italia, Svizzera, 2010.

Progetto generchimeresabsentesoso in un periodo storico importante, viste le recenti leggi francesi di espatrio per i rom senza fissa dimora, né lavoro.

Il film presenta una visione utopica, paradossale, e ribadiamo decisamente utopistica, perché solo di questo si può parlare in “Chimères absentes”. Non tanto perché una maestra di musica, interpretata dalla stessa Fanny Ardant, che ha inoltre scritto e ideato il corto cinematografico, decide di abbandonare la realtà inquadrata della scuola italiana per nuovi scenari di libertà, seguendo Francesco Montanari, il libanese della serie “Romanzo Criminale”.

L’utopia sta nella visione rovesciata rispetto la realtà. L’abuso di potere esercitato dal preside è quanto mai dissonante rispetto alle leggi in vigore in Italia al momento. È vero che l’Ardant dalla scelta dei costumi e dei particolari sembra voler ambientare la storia verso la fine degli anni ’60, ma se così non fosse, e vertesse solo verso una tendenza vintage, la flemmatica regista dovrebbe sapere che attualmente in Italia ad essere privilegiati sono stranieri come i rom, che entrano ad esempio negli asili pubblici prima degli italiani, e che non verrebbero mai e poi mai lasciati senza pranzo fuori della scuola, visto che ora, nell’era del politically correct, sono gli italiani che pagano le tasse a non ricevere quello che i rom invece pretendono.

Eva Carducci

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