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Chaotic Ana – Recensione

Caos, sogno, viaggio: riassunta in poche parole, si potrebbe definire così “Chaotic Ana”, una pellicola che esalta il legame tra la donna e l’arte

(Caótica Ana) Regia: Julio Medem – Cast: Manuela Vellés, Charlotte Rampling, Bebe Rebolledo, Asier Newman, Nicolas Cazale – Genere: Commedia, colore, 118 minuti – Produzione: Spagna, 2007 – Distribuzione: Onemovie – Data di uscita: 28 maggio 2010.

10, 9, 8, 7… Inichaotic-anazia il conto alla rovescia e Ana scopre in sé l’esistenza di altre donne, di cui è la reincarnazione e delle quali in un certo qual modo ripercorre il cammino. Ed è attraverso dieci capitoli (dal decimo allo zero) che Julio Medem racconta le tappe del viaggio iniziatico della sua affascinante protagonista, artista la cui vita prende forma in una grotta davanti al mare con il padre, al quale è legata da profondo affetto e stima, e si sviluppa in una sorta di comune di giovani talenti dove, attraverso il sonno ipnotico, entra in contatto sempre più con il profondo del proprio essere, attraversando vari stati di coscienza.

Presentato al Festival di Roma 2007, “Chaotic Ana” riconferma il talento del regista di “Lucía y el sexo” (2001) che per l’occasione si avvale dell’ottima interpretazione della debuttante Manuela Vellés e della presenza di una sempre splendida Charlotte Rampling, qui in veste di ricca mecenate.

Medem, ispirato dalla sorella pittrice morta nel 2001 in un incidente stradale (di cui usa i dipinti nel film), si muove con agilità, utilizzando una materia difficile in cui il presente si fonde con il passato, il sogno con il reale, l’arte con l’esperienza diretta, il viaggio fisico (da Ibiza a New York, passando per Madrid) con quello della memoria. Il caos sfocia in un nuovo ordine, quando l’istinto creativo femminile si afferma, contrastando quello distruttivo maschile e quando Ana capisce che “La morte riempie, non svuota” e l’assenza non è mai tale fino in fondo.

Il potere ancestrale femminile si manifesta attraverso le diverse figure che prendono corpo nella mente di Ana, la catarsi è possibile e avviene in modo provocatorio, per sottolineare la rivincita della donna riscattata da secoli di soprusi. Nel bene e nel male “Chaotic Ana” emoziona, provoca sensazioni forti (particolarmente commovente è il ballo di Ana con il padre), scuote e porta alla riflessione… Qualcosa che il cinema dovrebbe fare più spesso!

Isabella Gasparutti

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