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Captain America: Il primo vendicatore – Recensione

Capitan America: l’eroe da cui tutto ebbe inizio

(Captain America: The First Avenger) Regia: Joe Johnston – Cast: Chris Evans, Hugo Weaving, Stanley Tucci, Sebastian Stan, Hayley Atwell, Toby Jones, Tommy Lee Jones – Genere: Azione, colore, 125 minuti – Produzione: USA, 2011 – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 22 luglio 2011.

Steve Rogers (Ccapitanamericahris Evans) è un ragazzo basso, magrolino e asmatico. Nonostante il fisico non lo aiuti, non si è mai tirato indietro di fronte ad un bullo dimostrando sempre un grande coraggio, così come ora, all’alba dell’entrata in guerra dell’America nel secondo conflitto mondiale, non vuole tirarsi indietro di fronte al campo di battaglia.

Dopo essere stato scartato diverse volte alla visita medica, non demorde e tenta per l’ultima volta di essere arruolato: finalmente trova qualcuno disposto a dargli un’occasione. Quel qualcuno però non è un uomo qualsiasi: si tratta di Abraham Erskine (Stanley Tucci), scienziato tedesco scappato dalla Germania nazista, ed inventore di un siero in grado di aumentare esponenzialmente le potenzialità del corpo umano.

Il piccolo Steve si ritrova così improvvisamente più alto, più muscoloso, più forte, più veloce: è il soldato perfetto. Ribattezzato Captain America, e diventato un simbolo per il suo paese, Steve si imbarca in missioni pericolosissime e presto dovrà affrontare la sua malvagissima nemesi: Teschio Rosso (Hugo Weaving), nazista una volta collaboratore del professor Erskine, che ha assunto il siero a sua volta.

Fin dal suo esordio sugli albi Marvel nel 1941, Captain America ha conquistato il cuore dei fan ed è diventato molto più di un semplice eroe di fumetti: era un simbolo. Trasmettere quindi l’aura epica del personaggio sul grande schermo è una sfida impegnativa che il regista Joe Johnston ha affrontato in maniera intelligente: c’è sì ampio spazio per gli effetti speciali, per le scene d’azione e per la spettacolarità, ma il vero fulcro della storia è l’analisi psicologica del personaggio di Steve Rogers.

Come nello “Spiderman” di Sam Raimi, ad essere messo a fuoco è l’uomo dietro la maschera, la persona nascosta nell’eroe. Il piccolo Steve diventa così simbolo del senso di giustizia che non si arrende di fronte alla prepotenza e al male, anche quando si trova in svantaggio. Qualità straordinarie che sono alla base della sua trasformazione in Captain America: Steve diventa un eroe perché è un brav’uomo e può gestire il potere e la responsabilità di capacità straordinarie.

Questa maggiore introspezione psicologica del personaggio si rivela così vincente, facendo di “Captain America” uno dei migliori film tratti dai fumetti Marvel, che mescola in maniera sapiente tanti generi: dal film di guerra passando per quelli d’azione, in costume, ovviamente a quello in stile supereroi e toccando perfino il musical. La pellicola è aiutata anche da un grandissimo cast: Chris Evans incarna bene il ragazzo americano un po’ ingenuo ma coraggioso, Hugo Weaving è terrificante nel ruolo del malvagissimo Teschio Rosso, Tommy Lee Jones e Stanley Tucci regalano lezioni di stile a tutti e HayleyAtwell è bellissima e tosta nel ruolo della soldatessa Peggy Carter. Belle anche la musica di Alan Silvestri, i costumi e le ambientazioni. Non essenziale invece il 3D.

E’ interessante inoltre notare i riferimenti all’imminente film “I vendicatori”, che sarà diretto da Joss Wedhon, il papà della serie di culto “Buffy l’ammazzavampiri”, che vedrà riuniti tutti insieme Tony Stark (di cui qui compare il padre Howard, interpretato da Dominc Cooper), ovvero Iron Man, Hulk, Thor e ovviamente Captain America. Non vediamo l’ora.

Valentina Ariete

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