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Candidato a sorpresa – Recensione

Una guerra senza esclusione di colpi tra due candidati al Congresso nel divertente film di Jay Roach, dove il politically incorret la fa da padrone

(The Campaign) Regia: Jay Roach – Cast: Will Ferrell, Zach Galifianakis, John Lithgow, Katherine La Nasa, Sarah Baker, Dan Aykroyd, Brian Cox, Dylan McDermott, Jason Sudeikis – Genere: Commedia, colore, 85 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 21 settembre 2012.

“Candicandidatoasorpresadato a sorpresa” è una spassosa commedia che mette a nudo, in chiave ironica, le nefandezze cui sono disposti i politici americani, e non solo, pur di non perdere le elezioni, e conquistare uno scranno al Congresso.

Così, in piena campagna elettorale per le presidenziali americane, Jay Roach sforna una commedia che ha solide fondamenta nella recitazione di Will Ferrell e Zach Galifianakis, attori navigati, che attingono al meglio del loro repertorio comico per dar vita alla lotta senza esclusione di colpi tra un politico di lungo corso, Cam Brady/Ferrell (abituato a non avere rivali nel distretto della Carolina del Nord, che rappresenta a Washington da anni) e un volto nuovo della politica, Marty Huggins/Galifianakis.

Marty è un ‘puro’, un uomo semplice e ingenuo, cui è stata offerta quest’occasione da magnati della finanza che sperano un domani di poterlo manipolare per trarne vantaggio. Divertente la sua metamorfosi, che lo vede, una volta inserito nell’arena politica, adoperare bassezze di ogni tipo per annientare l’avversario, al quale finisce per somigliare ogni giorno di più.

Ad interpretare la coppia di ricconi senza scrupoli, i fratelli Motch, due attori del calibro di Dan Aykroyd (il mitico Elwood di “The Blues Brothers”) e John Lithgow (attore pluripremiato a teatro, al cinema e in tv, noto al pubblico del piccolo schermo per aver interpretato il serial killer Trinity in “Dexter”) , che ricordano vagamente i perfidi fratelli Duke di “Una poltrona per due” di Landis.

Roach, che ha già trattato del sistema politico americano, con i drama “Recount” e “Game Change”, stavolta ha voluto cambiare prospettiva, e avvalersi dell’ironia, con la quale riesce a mettere ancora più a nudo sotterfugi e scorrettezze.

Il film funziona alla grande, grazie ad una effervescenza dilagante, data da un susseguirsi di battute e situazioni divertenti che non possono non scatenare la risata, e che, anche quando appaiono inverosimili, a pensarci bene sono poco distanti dalle cronache dei nostri telegiornali.

Divertenti gli spot elettorali, di cui uno decisamente hard, e il salire e scendere del gradimento dei candidati, spesso sconnesso dalla morale comune, a dimostrare che a volte la popolarità si sposa col malcostume, e in questo l’Italia purtroppo non deve imparare niente da nessuno.

Punta di diamante del film sono gli attori, non solo Ferrell e Galifianakis, perfetti nei loro ruoli, che interpretano i loro personaggi con tutta la loro fisicità, ma anche il resto del cast, dove spicca Dylan McDermott nei panni di Tim Wattley, spietato organizzatore di campagne elettorali.

Maria Grazia Bosu

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