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Blood – Recensione

Nel thriller di Nick Murphy le vite di due poliziotti schiacciate dall’insopportabile peso di un segreto inconfessabile

Regia: Nick Murphy – Cast: Paul Bettany , Mark Strong, Brian Cox, Stephen Graham – Genere: Thriller, colore, 100 minuti – Produzione: Gran Bretagna, 2013 – Distribuzione: Notorius – Data di uscita: 27 giugno 2013.

blood-locQuando si è al cospetto di un omicidio brutale ai danni di una giovane ragazza, l’odio sgorga copiosamente e diventa un fiume in piena. Ne vengono travolti due fratelli poliziotti. Nel momento in cui Jason Buliegh, accusato del delitto, viene rilasciato per mancanza di prove, i due decidono di farsi giustizia da soli. Quando il vero colpevole verrà catturato, capiranno cosa significa valicare il confine che divide il bene dal male.

Blood ci trascina nel gorgo nel quale è intrappolata la coscienza di chi, pur riuscendo a sfuggire ad un crimine, è ossessionato dal crimine stesso. Trattandosi inoltre di un poliziotto, il gorgo è ancora più torbido.

La pellicola ha tutti gli ingredienti fondamentali per un thriller psicologico e parte come tale ma, dopo poco, catapulta lo spettatore in un dramma intimista.

Mentre solchiamo il mare burrascoso dell’anima di Joe Fairburn (Paul Bettany), l’assenza ingiustificata della suspense rischia di frenare la navigazione a causa di una sempre più probabile calma piatta.

L’occhio del regista troppo concentrato sui dilemmi personali e famigliari dei protagonisti, non aguzza la vista sulla trama del film che non ingrana mai la marcia giusta per imboccare in modo definitivo la via del thriller.

Blood ricalca le vicende della serie TV “Conviction” ma non riesce a far il salto di qualità nel passaggio dal piccolo al grande schermo e la sceneggiatura risulta troppo televisiva, dove i colpi di scena sono agevolati dalla cadenza episodica della storia.

I due attori protagonisti (Paul Bettany e Stephen Graham), riescono comunque a farci entrare facilmente nelle vite stravolte dei fratelli Fairburn, non solo grazie ad una recitazione convincente, ma anche alla benefica mancanza dei bei volti hollywoodiani.

Dimenticate l’accostamento con “Mystic River” proposto dalla locandina del film. “Blood” ne può ricordare le atmosfere ma non raggiunge mai gli stessi livelli stilistici.

Il sangue del titolo rimarrà indelebile sulle mani dei colpevoli, ma non calmerà la vampiresca sete degli amanti del thriller classico.

Riccardo Muzi

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