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Blood Diamond – Diamanti di sangue – Recensione

 

Diamanti macchiati di sangue, infanzia spezzata, vite ridotte allo stremo per un film che impone una riflessione su una tematica troppo spesso dimenticata

(The Blood Diamond) Regia: Edward Zwick – Cast: Leonardo DiCaprio, Djimon Hounsou, Jennifer Connelly, David Harewood, Arnold Vosloo, Ntare Mwine, Jimi Mistry – Genere: Drammatico, Thriller, colore, 143 minuti – Produzione: Usa, 2007 – Distribuzione: Warner Bros – Data di uscita: 26 gennaio 2007.

theblooddiamondIntorno alla metà degli anni ’90 il commercio miliardario di diamanti, provenienti dalle zone calde del pianeta e utilizzati per finanziare le guerre civili in Africa, rappresentava il 15% del volume totale d’affari di tutto il mercato. È di queste pietre macchiate di sangue che Edward Zwick, regista di “Blood Diamond”, vuole parlare.

Un film ambientato nella Sierra Leone alla fine del secolo scorso, ma desolatamente attuale se si pensa che gli Stati coinvolti nel traffico mondiale di questi preziosi e l’industria del settore non fanno ancora abbastanza per sradicare il problema. Con la più sincera volontà di essere fedele alla realtà, Zwick utilizza il cinema per far acquisire coscienza dei fatti sconosciuti alla maggior parte del pubblico, perché distanti dal mirino dei media. È anche per questo motivo che il lungometraggio è uscito nelle sale italiane preceduto da uno spot sociale per il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, interpretato da Jennifer Connelly e Djimon Hounsou.

DiCaprio e la Connelly, sostenuti da una sceneggiatura coinvolgente, sono dunque al servizio di una storia attraverso cui si possa sensibilizzare lo spettatore su tematiche irrisolte, riuscendo a esplicare la duplice funzione di intrattenimento e informazione.

“Blood Diamond” racconta senza mezzi termini vite spezzate dalla guerra, bambini costretti a trasformarsi in soldati, uomini la cui esistenza è ridotta a una morte ambulante giornaliera, il tutto facendo uso di una fotografia avvincente, ipnotica per la naturale bellezza dei luoghi e la magia della luce.

Nello stato di miseria morale e pericolo costante in cui si trovano, i tre protagonisti sono legati l’uno all’altro solo dall’interesse, da un rapporto determinato dalla necessità di ottenere qualcosa. Nella loro diversità, tutti e tre capiscono che ciò che ha valore per una persona non necessariamente è importante per un’altra. Ogni personaggio vive in funzione di un punto di vista esclusivamente personale.

Scrivere un articolo, salvare la propria famiglia o impossessarsi di una pietra insanguinata può essere posto, in una situazione estrema, sullo stesso piano.

Ed è proprio il bisogno di guardare in fondo alle proprie priorità morali il fulcro di questo film.

Laura Calvo

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