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Berlin Calling – Recensione

“Berlin Calling”, film per gli appassionati di musica elettronica con una Berlino notturna protagonista assoluta

Regia: Hannes Stoehr- Cast: Paul Kaltbrenner, Rita Lengyel, Corinna Harfouch, Araba Walton, Peter Schneider, RP kahl- Genere: Drammatico, colore, 105 minuti – Produzione: Germania, 2008 – Distribuzione: Officine UBU – Data di uscita: 6 novembre 2009.

berlin-callingLa sagoma inconfondibile dell’Alexander Platz apre il film di Hannes Stoehr “Berlin Calling” che ha come protagonista assoluto il dj di culto tedesco Paul Kalkbrenner e la scena tecno della città del muro caduto venti anni fa. E non poteva che essere Berlino, in costante movimento e uno dei punti più caldi della musica elettronica con Zurigo, la location di questo lavoro.

Presentato al Festival di Locarno del 2008 e poi a Berlino e Amburgo, questa pellicola approda in Italia solo grazie all’iniziativa della giovane società di distribuzione Officine Ubu, che tra l’altro ha prodotto e presentato anche il documentario “(In)costante movimento”, diretto da Mattia Della Puppa, viaggio attraverso il mondo che fa da sfondo a “Berlin Calling”.

Quest’ultimo racconta la storia della caduta e rinascita del dj Ickarus, stritolato letteralmente dal crudele mondo dello showbitz. Proprio come Icaro che per volare con il padre Dedalo si avvicinò troppo al sole e fuse le ali di cera, Icka (per gli amici) alla fine di una lunga tournèe si fa bruciare da quello stesso mondo che l’ha fatto diventare una star. Messo sotto pressione nel momento in cui deve presentare al suo discografico il suo nuovo album, va fuori di testa, anche a causa di una pasticca tagliata male. Finirà in rehab e perderà la sua fidanzata nonché manager Mathilde. Lei deve scappare per non rimanere coinvolta nella spirale autodistruttiva del dj. E lui troverà l’amicizia degli altri pazienti e di Alex che sta facendo il servizio civile nella clinica. Lo curerà la dottoressa Petra Paul, che solo alla fine capirà che l’unica cosa che può salvare Icka è la sua musica. E già perché, anche se il dj è una sorta di sciamano contemporaneo e l’incarnazione della rockstar è comunque un uomo solo. Come suo padre, pastore protestante che non è stato capace di seguire i suoi due figli dopo la morte della moglie.

La forza del film è di far fare l’attore a un dj e non viceversa. Infatti, le feste nei club sono vere con gente vera che balla per tutta la notte. Le location sono i club più trendy di Berlino, il “Maria am Ufer” e il “Bar 25” noto per i suoi after hour estivi. Ovviamente non mancano le droghe di tutti i tipi, soprattutto quelle sintetiche che fanno parte della scena tecno e stanno a questo tipo di musica come l’eroina stava a Lou Reed e gli allucinogeni a Jim Morrison. Dunque ancora una volta Sex, Drug e Rock & Roll ma in chiave assolutamente contemporanea.

Belle le scene di Berlino alle prime luci dell’alba con il cielo che da scuro diventa blu, tanto per citare l’hit di Peter Fox vincitore dell’ultimo Bundes Vision Contest con il suo “Schwarz zu blue”, dopo la notte al “Maria” mixate da Paul. E il cattivo trip di Ickarus non poteva che passare per il muro o meglio ciò che ne resta nel cuore della città. E Berlino è la grande protagonista, definita dal regista non bella ma interessante e piena di cicatrici.

Estremamente convincente Paul Kalkbrenner nei panni del suo alter ego Ickarus, che firma ovviamente la colonna sonora assolutamente imperdibile per gli amanti del genere. Buono anche il resto del cast, tra cui brilla Corinna Harfouch nel personaggio della dottoressa del rehab e Rita Lengye nei panni della compagna/manager Mathilde. Nonostante qualche dubbio sulla qualità della sceneggiatura “Berlin Calling” è un film attualissimo, pieno di suggestioni e non solo per tutti gli appassionati di musica elettronica.

Ivana Faranda

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