Eco Del Cinema

Bassifondi (2022)

Recensione

Bassifondi: un film poetico sull’amicizia tra gli ultimi

Bassifondi

Trash Secco/aka Francesco Pividori è un artista e videomaker della scena underground che ha al suo attivo collaborazioni con Marracash, Ketama 126 e Achille Lauro. In “Bassifondi” si cimenta per la prima volta con un lungometraggio più canonico. Lo fa con una piccola grande storia di due senzatetto romani Romeo (Gabriele Silli) e Callisto (Romano Talevi) uniti da una grande amicizia. Più diversi l’uno dall’altro non possono essere. Romeo è alto e silenzioso, Callisto è piccolo ed esuberante.

Lo spettatore vive le loro giornate tipo, dal risveglio sotto un ponte alla colletta quotidiana per poter mangiare. Il tutto nel cuore di Trastevere, che diventa un personaggio a sé, soprattutto per chi lo frequenta. In fondo è come se i personaggi di “Aspettando Godot” prendano corpo nella capitale, ma in questo caso non aspettano lui che arriva ma agiscono in qualche modo insieme per restare a galla.

Trash Secco porta alla Festa del Cinema di Roma una ventata di aria fresca

Bassifondi

I due attori reggono la scena completamente da soli senza perdere un colpo. Talevi potrebbe anche sembrare invadente nella sua esuberanza, ma poi quando arriva il silenzio di Gabriele Silli tutto ha un senso. Il primo arriva dal teatro e si vede bene, mentre il secondo si esprime egregiamente solo con il viso e parla poco o nulla per esigenze di copione. Estremamente duro ma poetico il finale, un sogno sott’acqua con un omaggio alla Pietà di Michelangelo.

La colonna sonora, fondamentale per un’opera così, porta la firma del compositore Giacomo Falciani, già collaboratore di Trash Secco. La regia è per lo più canonica, tranne in alcuni pezzi più onirici e visionari di grande potenza espressiva. Il regista, grazie anche alla sceneggiatura scritta insieme ai Fratelli d’Innocenzo, riesce a creare empatia nello spettatore.

“Bassifondi” è un film corale, in cui prendono parte molte delle anime perse che vivono intorno al bar San Callisto e a piazza Santa Maria in Trastevere. Ci passiamo ogni giorno vicino senza neanche guardarli spesso. Grazie a Trash Secco, loro d’ora in poi non sono più degli invisibili ma diventano persone con un vissuto e un passato che li tormenta. “Bassifondi” è un ottimo film con una coppia di attori da premiare senza alcun dubbio per la loro capacità di entrare nel personaggio e di recitare in sincronia totale. Un film imperdibile.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Francesco Pividori
  • Cast: Gabriele Silli, Romano Talevi
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 94 minuti
  • Produzione: Italia, 2022

Bassifondi film“Bassifondi” è un film presentato alla  17° edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Freestyle, diretto da Francesco Pividori su sceneggiature dei Fratelli d’Innocenzo.

Bassifondi: la trama

Romeo (Gabriele Silli) e Callisto (Romano Tallevi) sono due senzatetto che vivono a Trastevere a Roma. Nonostante siano molto diversi tra loro, sono uniti da un forte legame. La morte di uno dei due segnerà inesorabilmente la vita dell’altro.

Note di regia

Quella raccontata in Bassifondi è una storia d’amore fuori dagli schemi, un amore fraterno fatto di indissolubile dipendenza affettiva l’uno dall’altro; una coesione d’intenti fatta di autolesionismo e nichilismo che porterà i protagonisti ad affondare sempre più, dalla civiltà fatta di palazzi fino allo sprofondare negli abissi del proprio IO – il torbido fiume, la triste coscienza di se stessi e dell’unica cosa di cui possono essere fieri i nostri due senzatetto che fanno da protagonisti: l’unica cosa che possiedono sono proprio loro due, e la loro relazione morbosa. La saggia scelta degli sceneggiatori (i fratelli D’Innocenzo) è stata quella di rimanere costantemente, quasi ossessivamente, concentrati sui due protagonisti, senza staccare mai gli occhi da loro – quasi che i personaggi che gli orbitano attorno fossero degli “oggetti” più che delle persone, con i quali i due si scontrano, che urtano, contro cui rimbalzano, tornando però sempre sui propri passi, rientrando nel proprio percorso tortuoso verso la morte. Di sfondo, abbiamo una Roma oscura dai colori acidi, di un giallo acre quasi tendente al verde muffa, come in decomposizione cromatica, amara da digerire per loro (i personaggi) e per gli occhi dello spettatore, condita di personaggi rozzi, brutti, sciatti, che di riflesso incidono nella miseria esistenziale dei due barboni che le orbitano dentro. E’ proprio in questo paesaggio arido, folle e tragico che troveremo spazio per un finale commovente, che ci rende quasi colpevoli di aver giudicato con il nostro sguardo quello che vedevamo, riuscendo invece ad empatizzare con i nostri due senzatetto.

Trailer

 

 

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