Eco Del Cinema

Baksy – Recensione

Una storia di magia nelle sconfinate solitudini della steppa kazaka

Regia: Guka Omarova – Cast: Neisipkul Omarbekova, Farkhad Amankulov, Almat Ayanov, Tolepbergen Baisakalov, Asel Abutova, Nurlan Alimzhanov, Toktar Beksenov, Sayat Merekenov, Oldzhas Nusupbayev – Genere: drammatico, colore, 87 minuti – Produzione: Russia, Kazakhstan, Francia, Germania, 2008.

Baksy“Baksy”, diretto da Guka Omarova, in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma 2008, è la storia della guaritrice Aidai, una potente sciamana molto amata dalla sua gente, che corre da lei alla ricerca di un aiuto, quando le difficoltà della vita lo richiedono. Va tutto bene finchè un mafioso non mette gli occhi proprio sulla terra dove la donna vive. Seppur difesa dal legittimo proprietario Batyr, che la venera e la rispetta più di una madre, Aidai sarà sconfitta e sparirà misteriosamente. Nel luogo in cui viveva costruiscono un distributore di benzina, che va a fuoco. Quando il piccolo Asan, l’unico che riesce ancora a vederla, viene rapito, si salverà solo grazia a lei. La vecchia potrà ridare la vita al nipote putativo, rimasto in stato catatonico. Ritornerà alla vita dopo un urlo disperato dall’alto di una montagna sacra.

Il film ci racconta una storia in cui la tradizione rurale riesce a sconfiggere il potere del Dio denaro. Gli occhi di Nesipkul Omarbekova/ Aidai quasi bucano lo schermo fissando quelli degli spettatori rimasti incantati da una favola per grandi.

L’interprete non è un’attrice ma una vera sciamana, che ci riporta ad un mondo dove c’è ancora spazio per l’elemento irrazionale. Il piccolo Asan è uno straordinario Almat Ayanov, che ci resta nel cuore.

Bellissime le location e la fotografia. Alla fine dei giochi possiamo concludere che la desolazione non è nelle steppe battute dal vento ma nei cuori di chi insegue solo il profitto. Un piccolo film per ritornare tutti un po’ bambini.

Ivana Faranda

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