Eco Del Cinema

Babycall – Recensione

Baby Call: un horror psicologico sulla scia di “The Others”

Regia: Pål Sletaune – Cast: Noomi Rapace, Kristoffer Joner, Vetle Qvenild Werring – Genere: Thriller, colore, 96 minuti – Produzione: Norvegia, 2011 – Distribuzione: Nomad Film – Data di uscita: 31 agosto 2012.

babycallL’ex hacker Noomi Rapace/alias Lisbeth Salander della trilogia di “Millennium” è la protagonista di “Baby Call”di Pal Sletaune in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma.

Lei è Anna, giovane madre in fuga dall’ex marito con il piccolo Anders di otto anni. Estremamente ansiosa, compra una specie di walkie talkie per controllare il figlio mentre dorme. Ma dalla macchinetta escono rumori e voci misteriose.

È l’inizio di un film horror/psicologico sulla scia di “The Others” e de “Il Sesto senso”. Niente è come sembra e realtà e finzione si mischiano pericolosamente.

È chiaro sin dalla prima inquadratura che Anna non sta molto bene. Ma fino a che punto arriva la sua integrità mentale? E gli altri sono veramente così cattivi come sembrano?

L’unico che le sta vicino è il commesso del negozio di elettronica dove ha comprato il baby call. Ma anche lui ha i suoi bei problemi. E la madre era pericolosamente simile a Anna.

Sletaune mette molta carne a cuocere, forse troppa. E tutto il film è sulle spalle di Noomi, che francamente aveva molto più fascino nei panni della cattiva Salander.

Il risultato è un’opera che fa poca paura e si perde in un finale zuccheroso. Brava comunque la Rapace, calata nella parte di madre ansiosa e preoccupata. Buona la fotografia e ottima la scelta delle location, fredde e minimali.

Ivana Faranda

Articoli correlati

Condividi