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AQUADRO – Recensione

Audace esordio alla regia di Stefano Lodovichi con “AQUADRO”, un film per il web e sul web come via di fuga all’inesorabile solitudine adolescenziale

Regia: Stefano Lodovichi – Cast: Maria Vittoria Barrella, Lorenzo Colombi, Ilaria Giachi – Genere: Drammatico, colore, 96 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Cubovision – Data di uscita: 15 Marzo 2013.

aquadro_coverAgli occhi degli adolescenti contemporanei i genitori e gli insegnanti hanno ormai smesso di essere delle figure di riferimento sostituite sempre più velocemente del grande mondo che è Internet. Amico, genitore, insegnante è il web ad essere interpellato per qualsiasi tipo di informazione: i ragazzi del 2013 accendono Youtube se vogliono imparare a cucinare, aprono una pagina di Wikipedia per sapere come è preferibile curare una specifica pianta, si rivolgono a coetanei lontani centinaia o migliaia di chilometri su specifici forum per ricevere consigli sul miglior approccio sessuale da adottare nei primi rapporti fisici.

E così fanno anche i quindicenni Amanda ed Alberto, studenti nello stesso istituto di scuola superiore del Trentino-Alto Adige. Lei chiama la migliore amica tramite Skype e segue passo passo un tutorial su Youtube per imparare a mettere un assorbente interno; lui ama fermare attimi di vita con la fotocamera del suo cellulare e, per eccitarsi, paga una ragazza più grande, Nanà, che si spoglia abitualmente per lui in webcam.

Quando le loro vite si intrecciano, il digitale diventa un personaggio attivo della loro storia vissuta nel virtuale tanto quanto nel reale.

“AQUADRO” è un film pensato per il web, dunque raccontare il rapporto che gli adolescenti hanno con esso appare una scelta naturale ed ideale. Il giovane regista esordiente Stefano Lodovichi usa la telecamera per indagare una generazione contraddittoria: i ragazzi che possono fruire di un’ampia gamma di contenuti a sfondo sessuale con un semplice click sono spesso gli stessi che si trovano in difficoltà davanti all’occasione di realizzare le proprie fantasie; così come le giovani donne che sembrano non sapere cosa sia la timidezza, forti e sicure nel loro approccio ai ragazzi, sono le stesse a sottomettersi a qualsiasi voglia del loro partner.

“AQUADRO” è brillante nel suo racconto dell’eccesso di una generazione, in cui il virtuale è più naturale del reale. Quello di Lodovichi è un film fresco, che alterna in maniera sapiente lo sguardo oggettivo della telecamera tradizionale a quello soggettivo della finta ripresa amatoriale dei cellulari dei protagonisti che spesso si riprendono a vicenda. Una tecnica che ci permette di capire meglio Alberto ed Amanda, di assumere, anche se per un momento, il loro sguardo sul mondo.

A ragion del vero, entrare in contatto con i due protagonisti risulta naturale dal primo momento, grazie alla sceneggiatura pulita di Davide Orsini e alle ottime performance di Maria Vittoria Barrella e Lorenzo Colombi.

Tutto è pensato al dettaglio per far immergere lo spettatore nel mondo adolescenziale: da qui la scelta di non mostrare mai adulti nel film e di dare alle splendide ambientazioni naturali una connotazione metaforica di quell’età in cui si è tutto istinto.

Il pregio di “AQUADRO” sta nel mostrare senza giudicare: Lodovichi ci invia tanti spunti di riflessione ma ci lascia poi liberi di tirare autonomamente le fila delle vicende. Questa probabilmente l’idea dietro ad un finale aperto, ma poco incisivo, unica vera pecca del film.

Fin dallo stesso titolo, nato dalle due “A” iniziali dei nomi dei protagonisti, “AQUADRO” utilizza la lingua dei teenager, ma forse si rivolge più agli adulti per dare loro modo di comprendere l’oscuro mondo dei giovani.

Corinna Spirito

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