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Another Me – Recensione

Un improbabile dramma che sembrerebbe sfociare in horror sul tema del doppio

Regia: Isabel Coixet – Cast: Sophie Turner, Jonathan Rhys-Meyers, Claire Forlani, Gregg Sulkin, Rhys Ifans, Geraldine Chaplin, Leonor Watling, Ivana Baquer Genere: Thriller, Mistery, colore, 86 minuti – Produzione: Spagna, Gran Bretagna, 2013.

another-me2Fay è un adolescente felice, che vive con i suoi genitori. Un giorno il padre scopre di avere la sclerosi multipla e l’orizzonte roseo della ragazza si sgretola, tanto più che inizia a sospettare ci sia qualcosa che non vada nella sua vita: tra sogni inquietanti, ombre che la seguono e la sensazione che qualcun altro voglia prendere il suo posto, Fay si ritrova immersa in un vero e proprio incubo.

La regista Isabel Coixet dirige “Another Me”, scontato film sul tema, ormai bistrattato, del doppio e dei risvolti terrificanti che questo porta con sé. La banalità della vicenda è sconfinata, così come il delinearsi del finale. Inoltre la regista sembra strizzare troppo l’occhio al riuscitissimo “Il cigno nero” di Darren Aronofsky, anch’esso incentrato sul tema del doppio.

Se il film con Natalie Portman si avvale delle grandi doti dell’attrice vincitrice del premio Oscar e di una sceneggiatura inquietante e angosciante, “Another Me” pecca di superficialità, tralasciando l’approfondimento della storia e limitandosi a suggerire un senso di ansia tramite espedienti da film horror di serie b: sospiri, incubi, ragazze con i capelli lunghi che si nascondono nell’ombra.
La protagonista, interpretata da Sophie Turner, non riesce a reggere il dramma della situazione, né risultano convincenti le performance dei colleghi più famposi. Rhys Ifans nei panni del padre malato non è credibile, così come Jonathan Rhys Meyers nel ruolo dell’amante della madre. Nessun personaggio lascia il segno nella mente dello spettatore, annebbiata solo da immagini sfocate che dovrebbero conferire un carico di angoscia che invece non arriva.
Anche l’indecisione sul genere del film può lasciare perplessi: Isabel Coixet non imbocca né la strada dell’horror, né quella del dramma, scegliendo un mix delle due cose che non risulta convincente. Persino parlare di thriller psicologico potrebbe apparire un’esagerazione.
Il film poi sparge in mezzo alla narrazione segnali di possibili sviluppi misteriosi della vicenda, che però rimangono privi di spiegazione o di svolgimento, per cui la loro presenza appare ingiustificata.

Irene Armaro

Another Me – Recensione

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